1. Linda la nerd – Capitolo 17


    Data: 27/06/2018, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... indossando un impermeabile color cammello che le arrivava fino a metà dei polpacci e che, solitamente, usava solo in pieno inverno. Più per una motivazione legata al rischio di essere fermata dai carabinieri in giro per il paese che per pudore, aveva indossato un paio di pantaloncini durante il viaggio in motorino, ma una volta davanti alla porta, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno nei paraggi, se li era sfilati e li aveva nascosti in una tasca. Francesca prese una profonda boccata d’aria, cercando di rilassarsi, di frenare un po’ la corsa impazzita del suo cuore. Era qualcosa che poteva gestire senza troppa difficoltà, si disse. Poi si ricordò che ci sarebbe stato il suo meraviglioso Daniele, che il giorno prima non era stato presente alla gara… Quindi cosa faceva lì, impalata come una cretina, quando avrebbe dovuto spalancare quella porta con il sorriso sul volto? Con quella sicurezza appoggiò l’indice destro sul pulsante accanto alla porta dell’appartamento di Adriano. La più classica delle campanelle risuonò attutita dal muro che la divideva dall’interno della casa. Allo stesso modo, furono attutiti il suono di voci maschili e i passi di qualcuno che si avvicinava alla porta. Un istante dopo la porta fu aperta. Adriano fissò la ragazza, scendendo con lo sguardo dal viso radioso della ragazza al busto fasciato in un impermeabile pesantemente deformato dalle curve del tronco, alle gambe lunghe e affusolata. Non riuscì a trattenere un luccichio negli occhi e ...
    ... la lingua saettò brevemente tra le labbra, umettandole. – Benvenuta, Francesca. – disse infine, tornando con un certo sforzo agli occhi neri della mora. Si spostò dalla porta, invitandola ad entrare. Lei ringraziò con un sorriso dietro al quale nascose la sua agitazione. Fatto un passo si trovò nella casa di Adriano, lanciando un’occhiata attorno. Sì, pensò, la mano di una donna con una scopa, dei detersivi e del buon gusto in fatto di arredamento interno avrebbe fatto solo del bene a quel posto, ma non era comunque una discarica come avevano sostenuto certe che vi erano passate prima di lei. Non c’erano le iconiche scatole di cartone della pizza sporche e lattine di birra sul pavimento o piatti con resti di cibo sparsi sui tavoli, ma i mobili erano di seconda mano e molti non erano nemmeno dello stesso colore o materiale. Gli unici oggetti per i quali era stato speso del denaro con convinzione erano un televisore con un decoder e uno stereo con casse acustiche alte e strette tirati a lucido. Sul logoro divano in mezzo alla sala erano accomodati Daniele e Michele, intenti a bere birra e ad assistere ad una partita di basket con il volume spento, che si erano voltati a guardarla, il cui sguardo non lasciava dubbi quanti mezzi secondi le avrebbero lasciato addosso la lunga giacca. Ad un tavolo di legno lungo e stretto era invece seduto Enrico, che stava lavorando a un phablet con uno stilo; quando la vide sollevò le sopracciglia, fissandola come se avesse avuto un’apparizione, ...
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