1. Il passaggio


    Data: 19/07/2022, Categorie: Trans Autore: Federossetta, Fonte: Annunci69

    ... fare. Sono anni che aspetto senza speranza. Per me vuol dire davvero tanto. Mi vado a cambiare per la cena e poi sono pronto."
    
    Mi precipitai verso la porta euforico. Finalmente la mia transazione si stava completando. Non sarei più sembrato un maschio dalla faccia da femmina, ma una donna per tutti.
    
    Fui fermato da un urlo proveniente dalla piscina. "Aspetta! Dove vai?"
    
    "A mettermi i vestiti che mi sono fatto portare da casa mia. Non dovrò andare vestito così alla cena?"
    
    Lui mi raggiunse. "Vestito così no di certo. Ma chi ti ha detto che ti sarebbero serviti i vestiti? Ora sei mio ospite e te li presto io."
    
    Provai a protestare ma non ci fu verso. Mi accompagnò di nuovo nella stanza degli ospiti e mi disse di scegliere nell'armadio mentre lui invece si sarebbe cambiato nella sua camera. Rimasto solo mi preparai alla vista di vestiti da donna e aprii l'armadio. Davanti a me però c'erano solo indumenti eleganti maschili di marca. Non sapendo se essere deluso o sollevato mi cambiai e applicai la cera ai capelli. Bussai alla camera di Andrea.
    
    "Entra" La stanza l'avevo già vista pulendo, ma era comunque magnifica. Grande, con un armadio lungo tutto un lato. Dall'altra parte una portafinestra si apriva su un balcone spazioso, come nel suo ufficio. Integrato alla stanza vi era un bagno molto più ampio e attrezzato di quello in casa dei miei.
    
    Infine, il pezzo più importante dell'opera, il grande letto a baldacchino che occupava ...
    ... quasi tutto lo spazio.
    
    Lui si trovava davanti ad esso, l'armadio aperto in cerca di una camicia. Era seminudo e i pettorali erano in risalto, segno che la palestra era compresa nella sua routine.
    
    "Scusa, me ne vado. Volevo solo chiederti se ero pronto." Nel mentre trovò la camicia che cercava e completò la sua vestizione.
    
    "Nessun problema. Ora ho finito. Vieni braccio destro, andiamo."
    
    Anziché chiamare l'autista con la limousine, Andrea scese in garage, con me dietro. Non vi ero ancora stato e mi meravigliai vedendo 3 auto sportive di sicuro molto costose. Salimmo su una color blu che riconobbi come una Bentley e uscimmo dalla proprietà con la musica a palla.
    
    Tra il rumore del vento e quello della musica urlai: "Non mi hai ancora detto dove mi porti!" Si girò verso di me e sorrise. "Preparati, nel ristorante più chic della città."
    
    Sarei stato un bugiardo a dirgli che non me lo aspettavo, allora urlai di approvazione.
    
    La serata fu lunga ed estenuante. Andrea mi presentò ai suoi più cari collaboratori, di continuo gente sconosciuta andava e veniva per salutarmi e fare due chiacchere. Così, molto lentamente, la cena terminò e il mio manager si girò verso di me "Senti, devo andare con Martha a controllare dei dati sensibili in ufficio, ti lascio a Ernesto che ti porta a casa. Ti consiglio di riposarti che domani inizia il tuo vero lavoro." Felice di andarmene ma non di separarmi dall'unica persona che conoscessi, tornai a casa 
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