Santuzza
Data: 04/07/2022,
Categorie:
Etero
Autore: tiguardo69, Fonte: Annunci69
Santuzza era una donna che incontrai un pomeriggio d’estate a Milano in Montenapoleone nella boutique Cartier.
Stavo lì per via del mio accendino che cominciava a fare le bizze. Lei, in un angolo della stanza stava guardando delle collane con nuovi colori che facevano dei gioielli Cartier un oggetto unico; ma più che i gioielli il mio sguardo fu calamitato dal suo “culo”.
Il culo di Santuzza era alto e sodo, lo intravedevo dalla leggera tunica di colore nocciola chiaro che ella indossava e che portava con tanta grazia, così come intravedevo il leggero profilo del perizoma azzurro che divideva, nettamente, i due glutei facendo risaltare ampiamente lo spacco tra i due. Risi cercando di immaginare, in uno dei tanti miei perversi pensieri, a come sarebbe stato eccitante farla camminare seguendola e tenendole il cazzo dentro.
Santuzza era la classica bellezza mediterranea, poi mi disse essere siciliana: corpo sinuoso, alta malgrado gli ameno otto centimetri di tacco della sua “chanel” e dai lunghi capelli nerissimi, moltissimo somigliante all’attrice Monica Bellucci.
Compì la mia “commissione” e poi mi spostai verso l’angolo dove la commessa stava continuando ad esporre, sotto gli occhi di Santuzza, altri più belli e meravigliosi gioielli. Il mio sguardo incrociò quello della donna; era profondissimo e per la prima volta mi ritrovai a dovere essere io ad abbassare il mio, poi, come ripreso vigore la riguardai ostentando un sorrisetto e facendo un leggero cenno del ...
... capo. Lei ricambiò il sorriso, ma in modo molto svagato.
«Ok» la sentii dire alla commessa «prendo questa», la vidi mettere una mano dentro la borsa e tirare fuori una American Express oro «può farmela consegnare a casa?» chiese all’impassibile commessa avvezza a trattare con clienti di quella levatura nonché con i gioielli di Cartier.
«Certamente signora» così disse prendendo il piccolo biglietto da visita che intanto la donna le aveva porto.
Dopo un paio di minuti la transazione fu effettuata e dopo avere salutato Santuzza si avviò verso la porta dove io, prontamente, mi feci trovare con la mano già sulla maniglia di pesante ottone.
«Grazie» mormorò e mai suono mi parse più voluttuoso di quello.
«Mi permette signora?» chiesi fortemente eccitato.
«Le permetto cosa?» rispose per nulla imbarazzata dal mio sguardo da animale predatore.
«Mi piacerebbe offrirle un aperitivo se ciò non l’infastidisce.»
«Cosa le fa credere che io beva?»
«Già, cosa?, ma forse gradisce un bel bicchiere di acqua Perrier con limone, oggi fa così caldo.»
A quel mio dire la donna emise una piccola risata subito seguita da una mia più corposa.
«D’accordo playboy, vada per il bicchier d’acqua, con limone, mi raccomando.»
«Venga» dissi prendendola per il braccio intuendo che lei non voleva sottrarsi alla mia presa.
Ci dirigemmo verso la Pasticceria «Cova».
Il toccarle il braccio mi trasmise una strana sensazione; capii che quella donna era molto pericolosa, che era una ...