ESPOSTA
Data: 19/06/2022,
Categorie:
Etero
Autore: Cosimo_Viola, Fonte: RaccontiMilu
... addosso anche un solo indumento, mi richiude fuori fino al mattino seguente. Quando invece sono io a rientrare prima, al suo arrivo devo farmi trovare in ginocchio davanti alla porta di casa, mani dietro la schiena. Ovviamente nuda. è aumentato esponenzialmente il numero dei pompini da lui richiesti. Questo perché, a detta sua, sono diventata così brava che preferisce farselo succhiare che mettermelo nel culo. Me li chiede in qualsiasi situazione, posso aspettarmelo sempre: appena sveglio, mentre ceniamo andando sotto il tavolo, mentre sul divano si guarda una partita bevendo una birra, mentre gioca alla play station, mentre lavora al pc. Questo non ha diminuito il numero dei miei orgasmi, perché ogni volta che mi dedico a lui in questo modo, automaticamente io devo massaggiarmi tra le gambe, o penetrarmi con un vibratore. Mediamente, per ogni pompino che gli faccio, io godo almeno due volte. Dopo avermi dissetata col suo nettare, a volte mi chiede di restare comunque tra le sue gambe a leccargli le palle mentre continua a fare quello che stava facendo. Altre volte mi chiede di massaggiargli i piedi, e magari anche di leccarglieli. All’inizio trovavo abbastanza difficile accontentarlo in questa richiesta, ma ormai per il mio uomo una cosa del genere mi sembra il minimo. I momenti più belli sono quando mi ritrovo con la testa sulle sue gambe, a farmi fare le coccole tra i capelli, come se fossi la sua gatta. Se potessi, gli farei anche le fusa. Ma è quando ...
... usciamo che i giochi si fanno sempre più pesanti. Per quanto io trovi eccitante sentirmi gli occhi addosso, non sono ancora riuscita ad abituarmi del tutto ad andare in giro mezza nuda, senza biancheria, con la possibilità che qualsiasi sconosciuto possa accorgersi della situazione. Una cosa è fare la schiava per il proprio uomo nell’intimità della propria abitazione, un’altra è andare in giro in pubblico facendolo capire a chiunque. La macchina che si ferma bruscamente mi riporta alla realtà. Vedo che siamo in un parcheggio, e guardandomi in giro capisco che è il parcheggio di un fast food. Non entriamo subito, mi dice che stiamo aspettando qualcuno, ma chi? Anche mentre siamo lì in attesa all’ingresso del fast food, rimango con la braccia incrociate dietro la schiena. Marco mi slaccia un bottone della camicia, ed essendo questa già scollata di suo, a seconda dei movimenti che faccio il solo bottone che mi ha slacciato è sufficiente a far intravedere i capezzoli. Alla fine vedo arrivare la persona che stiamo aspettando, ed è forse l’ultima persona che avrei voluto vedere: Giacomo. Giacomo è un amico fin dall’infanzia di mio fratello maggiore, che ha dieci anni più di me. L’ho sempre detestato, perché veniva spesso a casa nostra per stare con mio fratello, e ha sempre avuto nei mie confronti un atteggiamento da vero e proprio maiale. Ad esempio, quando andavo a fare la doccia, mi veniva a chiedere se mi poteva dare una mano. O se ero seduta sul ...