Intime rivelazioni
Data: 15/06/2022,
Categorie:
Etero
Autore: Blacknoble, Fonte: Annunci69
Era un venerdì sera. Il giorno. cui ambisce chi come lavora in un ufficio dove la normalità porta ad una tremenda noia. Parete grigi, cartelle blu, stampanti bianche, e gente che si confonde in quel tutto divenendo parte del meccanismo. Cosi come prendo la metro, faccio la spesa, vado al lavoro.
Il venerdì invece è diverso. Più di promesse, é zeppo di alcol, di leggerezza, di un domani senza impegni che lo trasforma quasi in un momento magico. Il venerdì é l'arrivo, ma anche partenza, é il momento di concretizzare, di finalizzare, di godere. È l'inizio della settimana, ma anche dei piaceri.
Il venerdì comincia la mattina. Dopo, quando alle diciassette si sono sistemate le ultime pratiche, quando il dovuto in sangue e sudore é stato versato, si va in fuga, nel nulla e nel tutto, in negozi o aperitivi, in incontri o giri, davanti al mare o sui monti, ma si va senza perdere tempo. Per ciò il venerdì comincia la mattina. Le vesti arrivano a sera.
Non ho mani raffinate ma curate. Non sono lunghe, nemmeno tozze, forse normali. Ma eleganti. Lo smalto scelto con cura, rosso scuro con tinte impercettibili di oro, fa risaltare i miei anelli. Ho indosso un tailleur. Non é ovvio per una donna in ufficio, é quasi di rigore. I miei seni, tra la quarta e la quinta, farebbero una strage se lasciati in libertà in quella gabbia di uomini dipressi ed in cerca di una mozione fuori dalla propria routine. Ma come sanno le donne, il tailleur non toglie alla sensualità, non preclude alla ...
... femminilità. Gli sguardi insistenti dei miei colleghi sulla camicia di lino nera sotto il mio tailleur bianco erano testimoni della mia sensualità.
Gli uomini sono una razza a parte. Spesso, non sanno distinguere bellezza da sensualità. Le donne lo sanno. Il mio culo abbondante, chiuso nel pantalone stretto era preso di mira da molti uomini che incrociavo. Non per la sensualità della camminata, non per il mio sguardo che riservavo solo a pochi, buoni, ma per la consapevolezza che ho di essere donna e di volerlo essere. Non é facile accettare chi si é, io l'ho fatto.
Arrivarono le cinque. Sorrisi di circostanza, tutti si salutano, un paio di colleghi piu giovani, come sempre ci provano con una battuta, li ignoro e vado in bagno. Mai uscire senza essere a posto.
Saluto la guardia. "Siete sempre la piu bella dottoressa" mi dice ammiccando. Lo ringrazio ma non do corda. Gli uomini sono stupidi. Scambiano spesso la gentilezza con l'accondiscenda. La macchina parte, mi dirigo al bar, ho appuntamento con le mie amiche.
"Sei uno schianto!" disse Rosa appena mi vide. Michela e Sarah ribadirono.
Dopo i saluti di convenienza, ci sedemmo ed ordinammo da bere. Il pub si chiamava l'incontro, e non era a casa se a noi piaceva. Era abbastanza ben frequentato, giovani professionisti di tutti i generi, uomini sposati in cera di uno svago, ragazzini appena sverginati in cerca di sensazioni diverse, ma tutti educati ed al loro posto. Cosi com'era giusto che sia, si muovevano solo su ...