Vacanza al Sud – capitolo 2 –
Data: 06/06/2022,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Mr.Goodbye, Fonte: RaccontiMilu
... mi sento davvero rinato.
Quando suona la sveglia sono le sei di sera. Apro gli occhi con calma, resto immobile a guardare il soffitto: silenzio, vuoto. Sì, mi ritengo soddisfatto. Con calma mi vesto, questa volta indossando i vestiti assai più casual comprati il giorno stesso all’emporio. La sera il paesino è un poco più animato. Non è più il deserto del pomeriggio, per fortuna, e non mi ci vuole molto a capire che la movida di questo paese si sviluppa attorno alla piazzetta con la fontana. Cammino con calma, non ho nessuna fretta, passeggio. In giro, nessuna faccia che io conosca, com’è ovvio che sia. Guardo l’ora; è giusto il momento per un aperitivo prima di andare a cena. La scelta dei locali è piuttosto limitata e decidere è facile. Mi infilo tranquillo tranquillo nel primo bar che mi aggrada esteticamente e mi guardo attorno. Il bancone è sulla sinistra, di un bianco lucido e con disegni a macchie di colori allegri che si sovrappongono e si miscelano in un arcobaleno di tinte creando un piacevole effetto ottico. Sulla parete alla mia destra una serie di tavolini di acciaio lucido e divanetti in tessuto nero opaco dall’aspetto decisamente comodi. La parete dietro il banco, come spesso accade, è dominata da un enorme specchio e un buon quantitativo di bottiglie molto variegate. Per essere il bar di un piccolo paese, sono davvero ben forniti. Riesco a riconoscere, tra gli amari, una bottiglia di Boonekamp. Incredibile pensare che ci sia ancora gente che beve ...
... quell’intruglio… sul bancone fanno sfoggio di un discreto numero di vassoi con crostini, patatine e ritagli di pizze. E, come ogni bar, dietro al banco la barista, una giovane fanciulla, mostra le sue grazie, ma senza risultare volgare. Rispondo cortesemente al saluto e mi avvicino al banco. Io e la ragazza ci scambiamo uno sguardo proprio quando, dal retro, appare un uomo, capelli corti brizzolati, di una quarantina d’anni. Deve essere suo padre, da come le parla. Quando si rivolge a me, la barista lo fa con cortesia e, dopo aver preso il mio ordine, mi invita a servirmi tranquillamente dal buffet. Il mojito che mi trovo poco dopo tra le mani non è dei migliori che io abbia mai bevuto, ma devo riconoscere che si sa difendere. Il profumo della menta mi sale alle narici e il sapore alcolico della bevanda non spinge tropo, come deve essere. Sono soddisfatto. Il tempo di prepararmi un piattino di stuzzichini misti che la porta dell’ingresso si apre ed ecco i miei “amici” fare il loro ingresso. Sono gli stessi tre di prima e la biondina. Dell’altra, la spavalda, non vi sono tracce. Entrano salutando, in maniera anche troppo rumorosa per i miei gusti, e le due ragazze si scambiano i classici baci sulle guance. Giusto un’occhiata, prima di recuperare il giornale e dedicarmi bellamente ai fatti miei.
È divertente notare come il ragazzo moro, quello con le spalle un po’ larghe, che si era messo a sghignazzare oggi pomeriggio, sia spesso colto in fallo mentre mi fissa. Il suo sguardo non è ...