1. Sin City - Un gorilla per amico


    Data: 04/06/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    ... che non è proprio da ballerina. Fosse solo spogliarello ci sta, ma Sue si fa trombare sul palco, anche da negri, e mi fa... beh c'ho anch'io i coglioni.
    
    Fred, il barista, m'ha spiegato che è Roach che la vuole così cagna: mi ha detto che con lei fa giochi strani, quelle cose che per me non sono nemmeno sesso, ma io sono solo una bestia e a me basta scaricarmi ogni tanto con la prima puttana che trovo. Fred ha riso di me, non so come godono le puttane come Sue, e mi ha detto che Roach fa queste cose perché ce l'ha piccolo.
    
    Fred parla troppo. Se n'è andato, non è più in grado di lavorare con le dita rotte. Coglione, è venuto ad insegnare queste cose proprio a me! Avevo voglia di dirgli le volte che ho dovuto slegarla io al mattino, ma ovviamente io sono stato muto.
    
    Sue mi piace proprio, non credevo, e sono contento di proteggerla: è gentile e parla ancor meno di me. Oh, lei parla sempre!, ma non dice nulla E'forse intelligente come Roach. Andiamo proprio d'accordo: tutti e due vogliamo bene a Roach. In modo diverso ovviamente: io per lui non batto ciglio a farmi ammazzare.
    
    “Noi due siamo uguali.”, mi ha detto l'altra notte.
    
    Ero intervenuto nella sua camera. Sue m'aveva chiamato con i tre colpi contro il muro. Le ho tirato via lo stronzo di dosso e l'ho liberata dal sacchetto in testa, stava soffocando. Il tipo ha cercato di colpirmi con un pugno. Gliel'ho afferrato con la mano e gli ho spezzato il polso: “Vattene, qui hai finito.” L'ho buttato fuori nudo ed ...
    ... ho lanciato i pantaloni.
    
    Sue per respirare incavava il ventre, ce l'ha sottilissimo. “Grazie Meek, ma hai fatto una cazzata, quello è amico di Roach.”
    
    “Ora non più!... ma tu non dovevi permetterlo a quello, lo sai.” Le ho slegato le caviglie senza guardare. S'è tirata su per massaggiarle, le doleva la schiena e nella stanza c'era puzza di sesso. Ho gettato via dal letto i vibra.
    
    M'ha sorriso dolce, poteva essere mia sorella e non una puttana che s'era appena fatta devastare da uno stronzo. “Lo so, non dovrei, ma ci sei tu Meek a proteggermi... E poi tu non puoi capire.” Ha fatto una cosa dolcissima, mi ha carezzato la guancia, non abbastanza ispida per non sentire il suo tepore.
    
    “Io capisco tutto, non sono scemo.” Mi sono ribellato da idiota.
    
    “No scusa, lo so, tu puoi capirmi... Noi due siamo fatti così, Meek, non possiamo scegliere cosa fare, siamo destinati... noi due siamo uguali.”
    
    Non gliel'ho detto, ma per me era una cazzata proprio colossale! Ma mi vedeva?! Io sono uno scherzo della natura e poi m'hanno fracassato la testa, ho il naso che è una frittata. Ero a disagio, ce l'avevo duro. “Devi riposare, dico di non mandarti su nessun altro stanotte.”
    
    “E poi cosa fai? Corri a farti fare un pompino da Esther?” Le luccicavano gli occhi. Io ho guardato di scatto verso il muro, mi stava prendendo in giro?
    
    “... non vuoi rimanere con me?”
    
    Non staccavo gli occhi dal muro. “Vado!, fatti una doccia.”
    
    “Dai Meek!, solo due chiacchiere da amici. Mi hai ...
«1234...»