Il pompino imperiale al teatro nacional
Data: 29/01/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Shoganai65, Fonte: Annunci69
... Teatro Nacional, nel Casco Viejo, la parte antica della città, a 5 chilometri dall’hotel. Avevamo già tutti i posti assegnati in platea, e purtroppo io ed Eva eravamo in file diverse. Il programma della serata prevedeva i saluti di rito da parte delle autorità, una lunga serie di danze folkloristiche panamensi come il “tamburito”, il “punto”, la “denesa”, eseguiti dalla Compagnia Internazionale di Folklore Latino Americano “Viva Panama” e alla fine l’esecuzione da parte della banda dell’inno nazionale. E poi finalmente tutti a mangiare.
Inutile dire che dopo due balletti mi ero già rotto le balle. Cercavo con gli occhi Eva ma doveva essere seduta dietro di me perché non la vedevo. Approfittando di un cambio scena mi alzai di soppiatto per guadagnare l’uscita dalla sala. Nel farlo incrociai lo sguardo di Eva e le feci cenno di uscire. Sorrise. Alla pausa successiva mi raggiunse nel foyer.
“Belle queste danze ma non ne potevo più. Preferisco ammirare te” le dissi cercando di tastare il terreno.
“A te basta ammirare? Credevo gli italiani fossero più audaci…”
Che diavola tentatrice pensai tra me e me.
La presi per una mano e la trascinai dietro una colonna. Provai a baciarla ma mi bloccò sul nascere.
“Non qui, ci potrebbero vedere, non sarebbe professionale”.
Mi afferrò lei la mano e cominciò a salire le scale che portavano verso i palchi situati al secondo e terzo piano. Quella sera non erano stati aperti al pubblico ed erano vuoti. Tenendoci per mano come ...
... adolescenti in fuga speravamo di riuscire ad entrare almeno in uno di quei palchi ma tutte le porte erano chiuse a chiave. Tutte tranne l’ultima.
Entrammo stando bassi per non essere visti dalla platea. Chiudemmo a chiave la porta alle nostre spalle. Ridendo in silenzio ci sdraiammo sulla moquette rossa del pavimento. Le danze sul palcoscenico proseguivano secondo programma, nel nostro palco privato stavano invece per iniziare. Era pura follia. Mi piaceva.
Cominciammo a baciarci così, con quel desiderio intenso che a stento avevo tenuto a bada in aereo. Lei non era da meno. Calda, sensuale, animalesca. Baciava da paura. Sentivo le tette sode, i suoi capezzoli duri premere sul mio petto. Con le mani le accarezzavo il culo stretto nei pantaloni di pelle. Il cazzo era esageratamente duro. La situazione era eccitante da morire nondimeno dovevamo stare attenti a non fare troppo rumore per non farci scoprire.
Mi sdraiai sopra di lei e cominciai a spogliarla. Via le scarpe, poi i pantaloni e la camicia/body. Restò in slip e reggiseno, aveva un corpo da favola. Mi avventai sul seno. Ciucciai le tette, i capezzoli, li succhiai uno ad uno con la passione che aumentava. Scesi all’ombelico con la lingua ma non mi fermai. Raggiunsi il suo monte di Venere. Le misi in bocca le dita della mano e poi le infilai una alla volta nella figa calda, bollente. Si bagnò all’istante. Un invito a leccargliela con gusto. Dall’esterno verso l’interno, dal basso verso l’alto. Mi soffermai sulla ...