1. LA CHAT -Episodio 10


    Data: 26/05/2022, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Voyeur Autore: AlphaMaster1964, Fonte: RaccontiMilu

    ... ancorai.
    
    Tremendo, stavo semplicemente esplodendo. Un orgasmo potente elevato alla seconda dal fatto che c’era pieno di gente intorno. E quel fottuto semaforo diventa verde! Non posso restare li, penserebbero che sono una cretina che non sa come attraversare una strada. Lascio il palo, ed arriva il culmine. Fatico davvero una infinità a non cadere per terra. Guardo con cura i miei piedi, mentre il mio corpo vola fino alla luna. Sento la mia fregna (si, ecco, una parola che a lui piacerebbe) che tenta di espellere quel corpo estraneo, e mi manca il cuore. Cosa succede se lo partorisco li, in mezzo alla strada mentre barcollo? Per fortuna i legging molto rigidi che ho scelto lo respingono all’interno. La sensazione di venire scopata, il vibratore che esce e rientra da solo tre o quattro volte. Il marciapiede opposto è un miraggio. Finalmente ci arrivo, mentre l’orgasmo più devastante della mia vita finisce, e io rimetto il vibratore al minimo. C’è una panchina, faccio finta di riprendere fiato. Oddio, faccio finta? Ho davvero bisogno di riprendere fiato, avrò 180 pulsazioni al minuto come minimo, il cuore galoppa come quando da ragazzina correvo ai giochi scolastici e facevo i 400 metri. La panchina mi schiaccia l’uovo ancora più a fondo nelle mie cavità bagnate da troia in calore (Si, così Anna, di questo di te, a Lui piace). Devo tornare, la mia passeggiata ha avuto lo scopo voluto dal mio Signore. Farmi venire davanti a degli ...
    ... estranei. Mi sento bagnata fino alle caviglie, spero non si noti.
    
    Tengo la vibrazione al minimo, o potrei avere un mancamento, forse mi punirà ma finire su una ambulanza con un vibratore nella fica fradicia sarebbe la fine. Devo rischiare la Sua punizione, e tenerlo al minimo. Non oso spengerlo, ma al minimo si. La lunghissima strada del ritorno (sembrava il triplo della andata), con un nuovo orgasmo che montava fu estenuante. Ma alla fine arrivai a casa. Nell’ascensore decisi di rischiare, e mettere di nuovo a 10. Terrificante, l’orgasmo stava arrivando. Uscii da quella gabbia infernale, aprii la porta di casa, e sbattendola alle mie spalle mi tolsi i pantaloni e poi tutti i vestiti mentre godevo, lasciando una striscia di abiti bagnati fradici sul pavimento. Non feci in tempo ad arrivare al mio obiettivo, il bagno. Venni nel corridoio, sparando l’uovo per terra come una palla di cannone, seguito da una fontana di squirt che bagnò per terra come se avessi aperto un rubinetto.
    
    Caddi in ginocchio e poi mi raggomitolai in posizione fetale, raggiunsi con una mano il vibratore ancora acceso e me lo appoggiai sul clitoride. Anzi, sul grilletto. Ecco, così devo parlare. E cominciò di nuovo. Oddio, volevo morire, ma volevo godere fino alla sera con quel coso di silicone.
    
    Questo episodio è successo recentemente, ho solo colorito un po’ alcune cosette qua e la.
    
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