Io e Andrea, Capitolo nove. Epilogo
Data: 22/05/2022,
Categorie:
Trans
Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti
Io e Andrea. Capitolo nove, Epilogo
L’idea di dover pensare al futuro iniziava a frullarmi in testa. Non che sentissi la necessità di costruire famiglia nel modo tradizionale del termine, ma uscire dalla convivenza con mia madre per respirare aria di casa mia assieme alla persona che amo quello si. Ero disponibile a scegliere una località che fosse congeniale alle sue esigenze ma una casa dove vivere insieme diventava ogni giorno di più un bisogno per me. Andrea da quell’orecchio proprio non ci sentiva. Proposi il tema nei momenti che mi parvero più propizi, a tavola in compagnia con la coppia Gay, che aveva optato per questa scelta felicemente da anni definendo il futuro insieme anche dal punto di vista giuridico per evitare equivoci.
Andrea ascoltava sorrideva, si accostava per delle moine, ma rimaneva in silenzio. Iniziò stranamente a parlare di qualche esperienza del passato (cosa che non aveva mai fatto). Espose in maniera anche circostanziata, una serie di episodi vissuti con “L’Amico” che aveva prima di conoscermi e che, (senza averne mai fatto menzione), in tutti quegli anni, non aveva sentito che per qualche breve saluto telefonico, ma non avevano mai sciolto il rapporto d’amicizia. Giurava che tra loro il sesso era morto da anni prima di conoscermi, lasciando vivo un sincero affetto che l’altro, (mio coetaneo peraltro), continuava a serbarle.
Dal canto suo Andrea non poteva che essere fedele a quell’amicizia che in tutto durava da vent’anni. Il Professore, ...
... l’aveva allevata sin da bambina accompagnando poi tutte le scelte. Tanto lei cresceva, quanto lui, per gravi problemi di salute, diventava impotente e tra i due si creò un legame di reciproco affetto. Il professore era sempre il benvenuto a casa sua, dove sua madre lo accoglieva con “Venerazione”. Capii subito che stavamo su due piani distinti e nemmeno provai a confrontarmi, anche se la cosa mi rodeva parecchio.
Andrea iniziò a raccontarmi di lui negli ultimi tre giorni della nostra permanenza a Punta Kriza e lo fece con una certa insistenza. Con Lui visitavano musei e città d’arte, non si faceva sport e sceglieva solo alberghi di lusso al mare ed in montagna. La montagna degna di questo nome si identificava dai duemila metri e più. Gli altipiani o comunque sotto quella quota, non venivano considerati montagna (solitamente io e lei andavamo poco sopra i milleseicento a sciare. Le cose poi precipitarono quando capii che adesso, nonostante il professore fosse caduto in disgrazia, ai limiti della povertà, stava risparmiando da anni per proporle un fine settimana in un albergo da sogno per rimembrare i vecchi tempi.
Un’altra notizia mi fece perdere il sonno in quei tre giorni; il professore ricorreva di tanto in tanto, all’uso di sostanze, (non ebbi possibilità di conoscere quali). Mi imposi di non pensarci, in fin dei conti non avevamo ancora fatto alcun progetto sul nostro futuro assieme, o meglio, lo avevo pensato solo io. Facevamo l’amore come sempre, anzi, lo facevo ...