1. Surfin' - 3


    Data: 19/05/2022, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... italiane". Deve essere uno che in quanto a geografia sarebbe capace di dire pure "mi piacciono molto le vietnamite", ho pensato. Ma sticazzi. "Lo dicevo perché sei una ragazza molto bella", ha aggiunto guardandomi la bocca. Ho aperto un po' le labbra, ricambiando lo sguardo dritto sulle sue. Credo che la mia espressione fosse un po' tipo "baciami scemo, ché abbiamo pure perso troppo tempo e non sai nemmeno che fortuna che hai avuto". Lui l'ha compresa esattamente così, e meno male: bacio, poi un altro, infine un terzo un po' più tempestoso. E' stata una limonata indecente e anche lunga, sul marciapiede e appoggiati al muro. Incollati. E a rischio che qualcuno ci vedesse, che vedesse la mia mano passargli una carezza sul pacco dopo che lui mi aveva strizzato una chiappa.
    
    "Conosci un posto dove andare?", "da me è impossibile, da te?", "è un ostello, e poi c'è la mia amica...", "allora vieni con me...". Mi ha presa per la mano e trascinata via quasi correndo, l'ho seguito zompettandogli dietro e ridacchiando quasi istericamente. E' il mio punto debole, lo so. Mi viene sempre da farlo quando qualcuno mi forza un po’. Ci siamo ribaciati e ho affondato il colpo della perfetta cretina andata via di testa per un bellone: "sei sposato, vero?", "non esattamente, è un problema?", "ahahahah no, l'importante è che ti piaccio", "mi piaci moltissimo", "davvero?". Abbiamo limonato ancora in una stradina un po’ buia e deserta. Mi sono detta “magari qui no, ma se c’è un vicolo qui ...
    ... vicino…”. Invece niente, se non le sue mani – stavolta tutte e due – che mi sollevavano il vestitino e lui che mi baciava abbrancato al mio sedere. Per me sarebbe stato davvero tre-due-uno-pompino, ma no, nulla. Il cazzo mi sono dovuta accontentare di tastarlo un’altra volta da sopra i pantaloni. Stavolta forte, però. Davvero non so cosa mi abbia trattenuta dall'inginocchiarmi lì, in mezzo a quella stradina. Però gli ho sussurrato "voglio succhiartelo". Mi ha trascinata via ancora una volta.
    
    Io avevo perso l'orientamento, lui no. Sbucati al porto si è guardato un po' intorno, c'erano pochissimi e lontani passanti. E' saltato su una barca e mi ha aiutata a salire. Era una specie di yacht, anzi uno yacht, ormeggiato in mezzo ad altre barche. Non enorme ma di quelli con una cabina che sembra un saloncino. Altro non saprei dire, era molto buio. Mi ha fatto segno con il dito di stare zitta.
    
    Ha armeggiato sulla porta, aveva due ante scorrevoli, una volta entrati l'ha richiusa. "La barca non è mica tua, vero?", gli ho chiesto domandandomi se non avessi completamente sbagliato nell'inquadrare il personaggio. "No", ha risposto. "Di un tuo amico...". "No". "Di chi è?". "Non lo so", mi ha detto.
    
    E' stato lì che ho esclamato "are you crazy?", immaginando al contempo sia la polizia che veniva a prelevarci sia l'altra o le altre che ha portato qui prima della sottoscritta. Uno scannatoio abusivo e galleggiante, un posto per quelle come me. Precisamente in quell'istante ho sentito, più di ...