1. Surfin' - 3


    Data: 19/05/2022, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... camminare. Una cosa però la avvertivo dentro, una domanda. Da quanti giorni è che mi lascio scivolare gli occhi addosso? Da quanto non sostengo lo sguardo di qualcuno magari solo per provocarlo, illuderlo? Da quanto è che non faccio questo gioco? E da quanto tempo non vado a vedere che cosa succederebbe se…?
    
    Mi ero bloccata davanti alla porta di un negozietto che vende roba da surf. Osservavo le magliette, più che altro. Subito dopo però la mia attenzione si è posata su uno che non ho nessun timore a definire figo-della-madonna. Alto, due spalle così, ciuffo biondo, barbetta incolta bionda. Lineamenti splendidi, un modo di fare deciso, a giudicare da come parlava con il commesso. Sfortunatamente, era in compagnia di una sventola rossa che teme ben pochi confronti. A guardarli insieme veniva da cancellare ogni progetto indecente, anzi: veniva proprio da ritirarsi in convento. O, al contrario, immaginarsi in una storia a tre ma come vertice submissive del triangolo. E' durata poco, però. Mi sono specchiata nella vetrina di una tabaccheria lì accanto. Mi sono osservata, piaciuta, ero fregna. La zoccolina perfetta. Come faccio a non piacere? Fisicamente, intendo. Per agevolare gli approcci potrei persino fare finta di essere mezza scema, ho pensato. Mezza scema per finta e tanto troia per davvero. Mica sarebbe stata la prima volta.
    
    E quindi è finita che mi sono cercata un bar un po' fighetto (si fa per dire, da queste parti non è che vadano molto di moda) ho chiesto una ...
    ... birra piccola e ho fatto partire il mio gioco. "Qui è normale vedere donne sole che accettano di bere con qualcuno", mi ha detto Veronica, no? In questa normalità mi sono lasciata abbordare da uno cui ho scroccato due shottini ma senza dargli molto spago, nell'attesa di uno più figo. Lui proprio non lo era e deve esserne consapevole, perché si è ritirato in buon ordine: "Beh vado al tavolo e ordino qualcosa, hai fame?". "No, sei molto gentile ma sono a cena con un'amica".
    
    Quello figo è arrivato un po' dopo. Vitor (o Victor, non ho capito), portoghese, fit-fit-fit che nemmeno Cristiano Ronaldo, viso interessante, abbronzato e con una palizzata di denti bianchi che da soli illuminavano il bar. Inglese tremendo nella pronuncia e nel vocabolario. Dieci minuti per farci un vodka tonic, facendo finta di non avere capito che stava cercando di rimorchiarmi, ridendo e rispondendo “ah davvero?” a tutte le cazzate che mi raccontava. Non una cima, ma figo. Mi sono consegnata spudoratamente al suo corteggiamento, mi eccitava sapere che il tipo che prima mi aveva pagato da bere mi stava osservando, stava guardando un altro prendersi ciò che lui non avrebbe mai avuto. Mi eccitava immaginare che mi stesse dando della puttana.
    
    E poi: "Andiamo fuori a fumarci una sigaretta". L’ho seguito, ci siamo messi accanto all'entrata. "Strano che non sei qui con il tuo fidanzato", "sono qui con un'amica, il ragazzo non ce l'ho". "Questo è strano", "ahahahah sono libera". "Mi piacciono molto le ...