L’ho tradito ed è stato stupendo (racconto) parte 4
Data: 13/05/2022,
Categorie:
Lesbo
Autore: ToroRm2020, Fonte: Annunci69
La giornata cominciò nel peggiore dei modi.
«Micheli ha chiesto un appuntamento per domani pomeriggio, dottoressa» la informò Sonia con un’espressione disgustata sul volto, mentre, come tutte le mattine, le portava il caffè e la rosa rossa sul vassoio di metallo.
Laura fece una smorfia che non sfuggì alla ragazza.
«Mi dispiace» si scusò lei. «Ho cercato di rimandare, ma ha insistito tanto.»
«Tranquilla, non è colpa tua. Quel porco non è in grado di accettare un no come risposta.»
«Sarò felice di aiutarla in qualsiasi modo riterrà opportuno.»
«Hai già fatto troppo, Sonia.»
Per un attimo Laura rivisse l’istante in cui la ragazza, dopo aver segato il cazzo mostruoso di Micheli, per compiacerlo gli aveva permesso di inondarle la faccia con una sborrata impressionante, evitandole di doverci avere a che fare personalmente. Si era sacrificata al suo posto, fingendosi maldestra per distrarre quel vecchio porco, ma la prossima volta per lei le cose non sarebbero andate così lisce. Micheli le aveva chiesto più partecipazione, quindi avrebbe di certo insistito per scoparsela. Poteva tentare di cavarsela con un pompino, ma temeva che non sarebbe stato sufficiente.
“Magari vorrà anche il culo”, pensò con un brivido di paura. Micheli era tutt’altro che delicato e con quel cazzo enorme che si ritrovava l’avrebbe completamente sfondata.
«Io sono a sua disposizione, sempre e comunque» ribadì Sonia, interrompendo quel corso di pensieri che minacciava di portarla in ...
... un vicolo cieco.
Il tono con cui la ragazza pronunciò quelle parole provocò in Laura un languore tra le cosce, che lei accolse senza più né sorpresa né vergogna. Le sorrise con calore.
«Grazie, sei preziosa per me» disse. «Vedrai che insieme troveremo il modo di venirne fuori.»
«Farò di tutto perché lei non debba soffrire» le promise Sonia. «Qualsiasi cosa.»
Due giorni dopo l’incontro con Micheli, il tempo minimo che le era occorso per metabolizzare la rabbia e la vergogna che lo stupro cui aveva assistito le aveva provocato, Laura era salita a parlare con la sua responsabile per sondare il terreno, nella speranza di poterlo mollare a qualcun’altra che avesse meno scrupoli di lei.
Amaranta Levati era una bella donna sulla cinquantina, con alle spalle una carriera di tutto rispetto sia fuori che dentro la Castell. Una tosta, a parere di Laura, una delle poche donne della società in posizione apicale.
«Non funziona così» le aveva risposto, dopo aver ascoltato quanto Laura aveva da dire. «Ti ha scelto lui personalmente e non ti permetteranno di passarlo a qualcun’altra. Lo conoscono, si infurierebbe. È un grosso calibro.»
Laura non avrebbe saputo dire se il doppio senso fosse stato involontario o meno. Sul volto della dirigente non aveva percepito malizia, ma Amaranta era brava a mascherare le emozioni.
«Non mi piace il suo modo di fare.»
«Neanche a me è piaciuto, quando mi è toccato, ma è un passaggio obbligato se vuoi fare carriera qui dentro.»
«È ...