Ninfomane – Vecchi racconti di ErosItalia
Data: 20/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Vecchi Racconti, Fonte: RaccontiMilu
... l’oscenità della cosa mi procurò un violento brivido di selvaggia voglia di sesso. Allora anch’io presi a strusciarmi contro di lui, il suo pene ormai doveva soffrire non poco dentro quei sudici jeans. Cominciava ad ansimare, quando con la mano furtivamente si introdusse tra le pieghe della gonna, fin dentro le mutande, che scosto appena. Erano fradice, probabilmente! Mi infilò un dito dentro, lì, in metro, capisce?” Io intanto cercavo di prendere appunti in maniera professionale e dissi, un po’ afono “sì, la seguo, continui” “Io cominciai a mugolare abbastanza forte, la gente si girava, era una situazione eccitante ma insostenibile. Alla prima fermata, lui mi spinse fuori proprio con un colpo di…pelvica e mi trovai con uno sconosciuto su una banchina di una stazione semi-deserta. Ma ero veramente fuori di me…il tizio mi disse che mi avrebbe sistemato lui e io non mi trattenni e gli diedi un lungo osceno bacio in bocca, mischiando la mia lingua con la sua, pregna d’alcool e di fumo. Quel sapore così…sporco mi eccitò ancora di più e…insomma lo facemmo lì dietro, tra l’odore di piscio e gli ubriachi che passando si godevano la scena. Non so quante volte sono venuta, so solo che a un certo punto lui praticamente era esausto e io ne volevo ancora! Un barbone si avvicinò, circospetto, io lo guardai e lui parve ritrarsi” “Credo bene” pensai io “con lo sguardo che ti ritrovi!” “Allora mi avventai su di lui, gli calai le brache ormai consunte e glielo presi in bocca, dottore. Mmmm, ...
... era davvero osceno quel cazzo, sporco e puzzolente e quei coglioni così gonfi… ” Io mi scossi, alzai la testa dai miei appunti per dirle di moderare il linguaggio, ma la vidi con le due gambe aperte poggiate sui braccioli, mentre si infilava le dita avidamente nella vagina. Ormai parlava più per sé che per me! Si masturbava con voracità, mentre mi raccontava del bocchino al barbone, di quanta sborra lui le avesse scaricato in faccia, del suo ditalino subito dopo, mentre il barbone si accingeva a addormentarsi per terra e di altri episodi dei giorni seguenti. Io mi alzai, dicendo a me stesso che dovevo scuoterla, toccarla per farla tornare in sé. Ma voi capirete che ormai ero anch’io eccitato da matti! Anche uno psichiatra ha il cazzo e io ce l’avevo proprio duro. Le andai vicino, lei aprì gli occhi per un attimo, poi li richiuse, continuando a infilarsi le dita dentro. Io aprii la patta dei calzoni, da cui schizzò fuori il mio grosso membro, rosso. Lei spalancò gli occhi, mandò una specie di ruggito e si avventò sul mio cazzo, prendendolo con la mano e stringendolo fino a farmi male. Poi, mentre con l’altra mano continuava a toccarsi me lo prese in bocca e sentii la sua saliva e il suo alito bollenti, quasi da scottarmi il glande. Lo ingoiava fino alle palle, senza tregua, finché girai la sedia dove stava seduta, in modo da avere le sue gambe aperte in posizione ginecologica davanti a me e la scopai, sissignori, lei seduta e io piegato in avanti col bacino, sbattendola con ...