Ninfomane – Vecchi racconti di ErosItalia
Data: 20/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Vecchi Racconti, Fonte: RaccontiMilu
Salve, mi presento: sono uno stimato psichiatra di ****, belloccio ma fedele da sempre a una sola donna, la ragazza che ho reso mia moglie. Il lavoro procede a gonfie vele, riesco a intervenire su molti casi apparentemente disperati, salvando parecchi di questi dalla pazzia, o dal suicidio. E devo dire che, arrivato ormai all’anno 19**, dopo dodici anni di professione, pensavo di averle viste davvero tutte… Mi dovetti ricredere quel giorno di settembre, quando la segretaria mi annunciò una nuova cliente, con una voce un po’ strana, come se fosse…imbarazzata. “La faccia entrare” le dico, chiedendomi il motivo per cui una buona e efficiente segretaria come lei avesse avuto quel tremito nella voce. La porta dello studio si aprì con una certa malagrazia e fece praticamente irruzione lei. Era una ragazza mora, carnagione scura, un bel corpo, due labbra sensuali e soprattutto gli occhi! Due occhi neri che mandavano lampi, mai visti prima così. Schiarendomi la gola la invitai ad accomodarsi. Lei si sedette, fissandomi. Notai che aveva dei movimenti veloci, nervosi, non trovava la posizione sulla sedia e si strusciava di continuo il braccio al bracciolo, senza smettere di mandarmi saette collo sguardo: “Allora” le dissi “perché lei si è decisa a rivolgersi a uno psicologo?” la mia voce suonava un po’ incolore, forse per via degli anni consumati con la stessa identica frase di rito. O forse perché la mia coda dell’occhio aveva percepito qualcosa. Nel suo accavallare le gambe, aveva ...
... lasciato intravedere, perlomeno così mi parve, che non portava mutande! Senza rispondere alla mia domanda e sempre fissandomi, le accavallò di nuovo e stavolta posai deliberatamente l’occhio sulla macchia nera che aveva tra le cosce. Cercai di mantenere un contegno, ma devo dire che quel suo silenzio, quel fissarmi e naturalmente quella vista mi faceva passare dall’imbarazzo all’eccitazione. Finché lei parlò e con voce morbida, profonda, che tradiva forse un certo tremolio, disse: “Dottore, credo di essere ninfomane” A questo punto rimasi allibito. Voglio dire, non è normale che una ti entri nello studio, senza mutande e ti dica una cosa del genere. Sentivo un’erezione fare capolino e sperai che lei non si accorgesse del mio accentuato rossore. Dissi “Ho capito. Da quanto tempo……se ne è accorta?” Lei prese a carezzarsi le labbra con un dito, sempre più fremente. “Un mese fa, circa. Tornavo dall’università, in metro, come tutti i giorni. Il vagone era pieno e anche qui nulla di strano. Un tipaccio con la faccia da galeotto, sporco e lacero, era proprio dietro di me e io strinsi più forte la borsetta che avevo, temendo le mani furtive del ceffo. Poi sentii qualcosa di duro strofinarsi contro il mio culo, girai poco la testa e vidi che il porco, guardando da un’altra parte, strusciava la sua vita e quello che aveva sotto su di me. Dapprincipio pensai a come fare per scostarmi, o peggio per additarlo all’onta generale, ma poi…sentire quel bozzo dietro di me cominciò a eccitarmi, ...