1. Mi scopo mia figlia G. (parte III)


    Data: 06/05/2022, Categorie: Incesti Autore: Rosco_p, Fonte: EroticiRacconti

    Fu solo quando le immagini della Giulia che cresceva facendosi sempre più bella si sovrapposero sfumando sulla immagine di lei che, stordita e quasi denudata si lasciava masturbare dal ragazzo, che il mio cazzo prese a drizzarsi ed io infilai la mano nei pantaloni e iniziai a menarmelo con foga. Stavo resistendo da un po', aiutato dallo stordimento dato dagli eccessi delle sostanze prese e dall'imbarazzo della situazione che mi tennero bloccato, ma una volta lasciatomi vincere dal più selvaggio e potente dei richiami, quello della figa, non potei più fermarmi e mi misi a dare dei decisi colpi di polso che facevano vibrare il mio cazzo dentro i pantaloni. Non sapevo dove volesse arrivare Andrea ma ormai non me ne importava più, non me ne feci più un problema, ora mi era montata solo una grande rabbia verso quell'idiota che scopertosi eccitato per la curiosa ed equivoca situazione era riuscito a farmi perdere la testa. Il compagno di mia figlia aveva sciolto tutti quei legacci morali ed etici che avevano tenuto a freno quelle pulsioni a cui mi pareva abominevole e raccapricciante anche solo pensare. E adesso che era appunto riuscito a farmi sciogliere l'imbarazzo e il pudore, non potevo più fermarmi. Adesso desideravo Giulia. La desideravo come mai prima, o come l'avevo sempre desiderata senza mai però osare neanche pensarlo. La libidine più depravata stava rompendo gli argini della morale e ormai arreso mi sentii pervaso da un senso di liberazione, perché una volta ...
    ... giustificato dal fatto di essere solo una ''vittima'' della perversione di un altro potei lasciar defluire tutta la mia eccitazione.
    
    Andrea mi sorrise quando mi vide cedere e masturbarmi. Mi sorrise eccitato e soddisfatto come avesse ottenuto quel che voleva; come se si fosse levato lo sfizio di vedere fin dove potesse arrivare questa situazione che lo aveva arrapato fino a mostrarsi il ragazzo perverso e depravato che non immaginavo che fosse. Incrociai il suo sguardo e come se niente fosse continuai a menarmi il cazzo che adesso non era più neanche nascosto, dato che i pantaloni mi erano scesi fino a metà cosce.
    
    Vinta ogni repulsione mi avvicinai a loro due. Giulia stava sempre con gli occhi chiusi, completamente in balia dello stordimento da fumo e rapita dalle dita del ragazzo che le frugavano la fica. Io presi ad accarezzarle le tette, senza smettere di smanettarmi la verga che intanto aumentava di lunghezza e durezza. Gliele accarezzavo e palpavo godendo della loro freschezza e morbidezza e l'idea che fossero le tette di mia figlia ormai non faceva che eccitarmi ancora di più. Così come aumentò l'eccitazione quando, vedendole tastate libidinosamente, mi venne alla mente la prima volta che notai sorpreso che le erano cresciute. Quando gliele sbirciai sotto il costume a due pezzi che sfoggiò una mattina in una spiaggia della Romagna a quattordici anni. Chissà anche allora che voglia ebbi di palpargliele per bene, e che voglia di abbracciarmela forte per farle sentire che cazzo ...
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