La lunga notte – cap. 3
Data: 21/04/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Autore: Lord Byron, Fonte: RaccontiMilu
Cap. 3
La macchina riparte, accelerando. “Ma voi siete poliziotti veri?” chiedo con una punta di incredulità guardando i tre uomini in divisa. “Certo bella, se hai dei problemi, che so, di permesso di soggiorno basta che chiedi a noi e ti sistemiamo ogni cosa. Basta mettersi d’accordo.” E’ quello al mio fianco, che ride guardandomi e posandomi una mano sulla coscia. “Ma non hai sentito come parla? È italiana, scemo” lo prende in giro il collega alla guida. Da questi non avrò certo aiuto, penso. Anzi, se capiscono il casino in cui sono mi riconsegnano a Dasho, e se ne lavano le mani… Non devo fare la scema, c’è di mezzo anche Matteo. “Mah, albanese o italiana, sei una bella gnocca.” continua il primo, passandomi l’altro braccio intorno alle spalle e tirandomi a se, mentre la mano raggiunge la mia fica. Allargo le cosce, cercando di sorridere e le sue dita cominciano a scorrere lungo il solco del mio sesso, insinuandosi dentro di me. Superiamo lo sterrato, e proseguiamo sulla strada. Le dita esplorano la mia vagina, poi le estrae – ricoperte di umori – e le porta verso le mie labbra. “Fammi vedere come succhi” apro la bocca e le dita riunite entrano, accolte dalla mia lingua che comincia a pulirle delicatamente. “Dai, aprile per bene quelle cosce, che voglio vedere com’è la tua fica” dice quello che guida mentre ridendo aggiusta lo specchietto per godersi lo spettacolo. Quello al mio fianco mi fa spostare al centro del sedile ed io allargo al massimo le cosce, spostando ...
... avanti il bacino. “Sei veramente una bella troia” dice l’altro voltandosi a guardare. Il mio vicino mi prende per la nuca e mi trascina in basso verso di lui “Dai tiralo fuori” Tenendo le gambe sempre ben aperte faccio scivolare lentamente la zip, poi la mia mano dolcemente cerca il cazzo, lo libera dai boxer e la mia bocca lo accoglie. “Minchia che bocca” sospira, mentre la mia lingua lo avvolge. Sento la macchina girare su una strada sterrata in discesa, poche curve e sento che si ferma, mentre continuo a pompare. La luce interna si accende, mentre i due davanti scendono. Si apre la mia portiera. “Scendi” Lascio il lavoro sul terzo, mi rialzo ed esco. Siamo sul greto del torrente, sotto al ponte della statale. “Spogliati” Ci vuole poco, sfilo la maglia e tolgo la gonna, gettandole sul sedile. “Ora voltati” Sono nuovamente nuda, con solo le autoreggenti addosso, ma quasi non ci bado più. Mi giro verso la macchina. “Alza le mani sopra la testa e piegati in avanti” Obbedisco. Sento qualcosa di freddo intorno al polso sinistro e un armeggiare metallico, poi il contatto dell’acciaio stringe anche il polso destro. Mi hanno ammanettato alla maniglia del passeggero, sono con la testa nella macchina, piegata a novanta gradi. Un calcio tra i piedi, all’interno, mi fa divaricare le gambe. “Ancora di più, devi essere ben aperta, troia” Allontano ancora i piedi, mentre una mano comincia a massaggiarmi la fica. “Allora a chi tocca per primo?” “A me” dice ridendo quello che guidava “Ho vinto ...