1. La dolce signora Maria


    Data: 21/04/2022, Categorie: Trans Autore: IpsKiv, Fonte: EroticiRacconti

    ... una fragorosa risata, mi guardò e mi chiese se poteva farmi un regalo.
    
    Io rimasi titubante, ma rifiutare mi sembrava brutto, allora accettai, lei chiuse la sua macchina girò intorno alla mia, e appena mi fu davanti si chinò davanti a me, mi slacciò i jeans, mi tirò fuori l'uccello e cominciò prima di mano e poi quando aveva raggiunto la giusta consistenza, con la bocca il "mio regalo". Succhiò prima dolcemente, poi con più veemenza, la guardavo e vederla in quella posizione mi eccitò un casino fino al culmine quando le esplosi in bocca tutto lo sperma arretrato che avevo. Lei non si schiodò, anzi continuò come se nulla fosse e aspettato che lui arretrasse e dopo aver pulito per bene, lo rimise nelle mutande e sorridendo mi disse se ero contento del regalo.
    
    Io, ormai preso dalla foga sessuale le chiesi se potevamo andare da lei a terminare in altro modo il mio regalo.
    
    Lei scoppiò a ridere tirando indietro la testa e sistemandosi il seno all'interno del vestito mi si avvicinò e guardandomi negli occhi mi chiese se io sapessi che lei davanti non avesse il "buco".
    
    Io stupito dalla sua schiettezza, anche sapendolo, tentennai e poi ripreso dal colpo le dissi che lo sapevo ma che dietro un buco lo aveva. Lei divenne seria e mi disse con tono gentile ma fermo che lei non era una prostituta e che per avere il suo "buco" bisognava guadagnarselo. Si girò e mettendo in mostra le sue curve sculettando mi salutò e si avvio a casa sua.
    
    Passarono esattamente 5 anni da quella ...
    ... sera e io un pomeriggio estivo, dopo essere tornato dal lavoro ed essermi lavato, mi stavo per mettere sul divano a godermi un po' di riposo, ma il campanello di casa suonò. Incredulo e scocciato mi avviai alla porta e aprendo trovai la signora Maria che con un sorriso mi salutò e mi chiese se i miei erano in casa. Io le risposi che non c'erano perché erano andati al mare quella settimana e sarebbero rientrati nel weekend. Lei fece un'espressione di disappunto e poi aggiunse quasi con le lacrime agli occhi che voleva salutarci perché lei si stava trasferendo, aveva trovato un'altra casa vicino al lavoro, e siccome noi eravamo sempre stati gentili con lei le dispiaceva non poterli salutare e aggiunse che per fortuna almeno c'ero io.
    
    Passammo qualche minuto sulla porta a parlare del più e del meno, mi disse di fare il bravo e altre raccomandazioni del genere, ci dicemmo buona fortuna a vicenda e dopo un bacio sulle guance e un abbraccio prese l'ascensore e andò via.
    
    Dopo cena suonò ancora il campanello e io di nuovo sorpreso andai ad aprire. Era ancora lei, indossava un vestitino rosso che le arrivava fino a sopra il ginocchio, un paio di scarpe basse, aveva un filo di trucco e le si vedevano i capezzoli turgidi.
    
    Mi chiese se poteva entrare e io acconsentii. Dopo aver dato qualche commento alla casa mi guardò e mi disse se mi ricordavo di quella sera. Capii subito che intendeva la sera del pompino infatti l'uccello mi si indurì di colpo, e le risposi di si cercando di ...