Come una vita può cambiare
Data: 19/04/2022,
Categorie:
Racconti 69,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Harael12, Fonte: RaccontiMilu
... andrebbe di mangiare: o Preferirei mangiare qui, devo finire una cosa e aspetto la telefonata dell’Amministratore Delegato. o Allora vado a prendere un panino e una coca cola? Cosa preferisci? o Un panino con il crudo e una coca vanno benissimo. o Perfetto allora vado. Mi reco al Bar prendo il tutto e ritorno in ufficio, la vedo ancora al telefono e allora le faccio segno che l’avrei attesa in sala ristoro, decido di aspettarla preparando il tavolo con due tovagliette, i bicchieri e poi mi guardo cosa accadde nel mondo social. Si siede mi ringrazia di aver preparato e mi racconta di quanto accaduto, solite lotte intestine per farsi vedere più bravi agli occhi dei grandi capi; stufa della mattinata inizia a chiedermi se fossi uscito se mi fossi divertito, per poi passare ad ironizzare sul fatto che sia era assopita in macchina il giorno prima, proseguimmo con qualche battuta, ma ad un certo punto mi sentii toccare sotto il tavolo. Non ci feci molto caso pensavo che spostandosi o accavallando le sue stupende gambe erroneamente e senza neanche accorgersene mi avesse toccato, invece stavo sbagliandomi di grosso, il piede cominciava a strusciarsi sulla mia gamba in modo estremamente eccitante, dava l’impressione di una gatta che sta facendo 3 le fusa, lei da parte sua continuava a parlare come se nulla fosse, stessa cosa cercavo di fare io, anche se la cosa non mi lasciava interdetto in altre zone. Il piede iniziava a salire, oramai era arrivato alla coscia, mentre lei mi ...
... chiedeva a che punto ero con il lavoro e che idea di tempistiche mi ero prefissato; cercavo in ogni modo di concentrarmi sulle parole da usare, soffermandomi sulla descrizione del mio operato, ma l’eccitazione che mi stava procurando era paradisiaca, ancora di più quando sentii il suo piede accostarsi sui miei genitali’. Lo muoveva lentamente, con una sensualità e una delicatezza mai provate, il mio membro era in estasi nel sentirsi toccato in quel modo e nel mio cervello scoppiavano fuochi d’artificio. Proseguiva questa sua danza sopra alla mia patta, sentii i primi colleghi che tornavano dalla pausa pranzo salire le scale, tolse immediatamente il piedino, si alzò ed iniziò a sparecchiare, mi appropinquai a fare la medesima cosa, controllando prima di non far vedere strane forme sul cavallo dei miei pantaloni. Entrambi rientrammo nei nostri uffici, ero in catalessi non riuscivo a capacitarmi di quanto era accaduto, non riuscivo a rendermi conto se stessi sognando o se fosse veramente successo, dovetti persino andare in bagno a rinfrescarmi; dopo quasi un’ora di poco lavoro e parecchio allontanamento mentale dalla realtà mi arrivò una telefonata dal suo interno, mi chiedeva di spostarmi da lei per vedere del materiale assieme. Lo raccolsi dalla scrivania un po’ a casaccio, pensando che infondo è pur sempre il mio capo, come avrei dovuto comportarmi, fingere che non fosse successo nulla, provare a fingere di essere più disinvolto; forse era meglio non pensarci affatto, infondo ...