Sborra a colazione - 3
Data: 16/06/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
La convivenza fra i due sembrò funzionare fin da subito. Certo i primi giorni ci fu qualche incertezza, Raffaele e sopratutto Francesco sembrarono muoversi con cautela, come studiandosi per non invadere l’uno gli spazi dell’altro; ma già dopo una settimana le cose cominciarono a procedere con maggiore speditezza e maggiore disinvoltura.
Raffaele, che rientrava prima dal lavoro, preparava la cena per l’amico, che poi pensava a rassettare, dopo di che finivano a chiacchierare, centellinando un brandy o una tazza di tè, o guardandosi l’ultimo episodio di American Horror Story, di cui entrambi erano appassionati.
Una piatta convivenza pressoché coniugale, dirà qualcuno, magari con una punta di invidioso malanimo, per alcuni versi sì, ma il bello veniva dopo, allorché raggiungevano il famigerato letto matrimoniale: allora la convivenza diventava tutt’altro che piatta. Quando Raffaele tornava dal bagno, ché ci andava sempre per ultimo, trovava immancabilmente Francesco sdraiato sul letto, con i suoi slip sformati, dopo essere stati indossati un’intera giornata, e l’uccello il più delle volte già in erezione. L’altro lo accoglieva con un sorriso carico di aspettative e lui gli si allungava fra le cosce divaricate, inalava profondamente il caldo profumo che traspirava dal pacco umidiccio, poi ci poggiava sopra le labbra, baciando e mordicchiando, finché lo tirava fuori dalla tana e iniziava il suo lavoro fino all’inebriante conclusione. Era il pompino della buonanotte per ...
... conciliare il sonno. Soprattutto per Raffaele, per il quale lo sperma dell’amico era una vera golosità.
Ma il pompino più gustoso per l’uno e godurioso per l’altro era quello della mattina, spesso fatto in fretta, perché entrambi dovevano correre al lavoro. Ma svegliarsi col cazzo turgido, percorso da brividi di aspettativa, e sentirselo poi affondare nella calda mucosa orale di Raffaele, era uno sballo che si rinnovava ogni mattina e a cui Francesco sentiva di non poter più rinunciare.
“Da quando vivi qui, - gli disse una sera Raffaele – non sono più uscito a cercare…”
Francesco lo fissò con affetto:
“Per forza, - rispose – hai a tua disposizione il meglio del meglio!”
Un’altra volta, Francesco lo chiamò dal bagno, dove stava facendo la doccia.
“Scusa, Lele, - gli disse, facendo scorrere la porta del box – mi allunghi l’accappatoio, per favore.”
Raffaele rimase a fissare un momento, come imbambolato, il suo magnifico corpo, grondante d’acqua, i pettorali ben disegnati, il ventre piatto, le cosce tornite, il sesso penzolante… Il tutto sprigionava un’aura di forza e di erotismo da lasciare senza fiato. Non ricordò mai come aveva preso l’accappatoio e lo aveva aiutato a indossarlo. Ricordò bene, però, il momento in cui Francesco uscì dal box e:
“Grazie”, gli disse con un sorriso, prima di dargli un bacio sulla guancia, che lo confuse ancora di più.
“Stasera non aspettarmi, - disse una mattina Francesco, uscendo per andare in ufficio – vado a cena con una ...