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EROS TERRIBILIS - POETRY
Data: 21/03/2022, Categorie: Comici Autore: giessestory, Fonte: xHamster
... fatica, soprattutto in presenza della fica, adesso triste, dormi sulle palle statiche e non ti svegli neanche tra due natiche. Povero cazzo mio, tu m’ hai lasciato, non so se sopravvivo al mio dolore; povero cazzo mio, te ne sei andato come chi s’ allontana, giace e muore.” Mentre con questi versi, farneticava Enrico, parlando solo, come fosse pazzo, lesto gli dissi: “ Lo vuoi un consiglio, amico? Sputagli in faccia a questo vecchio cazzo!" ODE AL PETO Ditemi pure: porco Ditemi: sei fetente! ma io, quando scorreggio, ne godo veramente. Se mangio pasta e ceci e di fagioli un po’ e un piacere ascoltare come canta il popo’. Magari è un brutto vizio, ma, al fin, chi non lo tiene? Anzi, povero sciocco, chi il peto si trattiene. Vi sfido, contradditemi, anche senza rumore diventa divertente sentirne un po’ l’ odore. E’ questa un’ abitudine diffusa in ogni ceto; solo i signori, i nobili, si trattengono il peto. Se uno, per esempio, ha un forte mal di pancia, gli passa tutto e subito se due scorregge sgancia. Scaricare dal culo guarisce tutti i mali: e un peto, certe volte ti mette su: le ali. Se questo non lo fai la pancia, grossa e goffa, appesterà l’ ambiente scaricando una loffa. E questo, è quel motivo, chi lo trattiene è fesso: tanto è lampante e logico, che al fin puzza lo stesso. E’ un vizio ereditario, di far col culo ...
... tromba, papà faceva un peto più forte di una bomba. Lo giuro e non esagero che una volta, ricordo come adesso, abbattette la tavola e spaccò pure il cesso. Poi, mi diceva: è inutile, la scorreggia è fetente: la puzza è micidiale, se sganci lentamente. C’ è chi fa la battuta, che il peto tuo è appestato, che è andato militare e che l’ hanno cacciato … allora tu ne scarichi uno “fenomenale” … e allora puoi gridargli: - Tie’! Questo è un generale! - IDILLIO INFIMO Un giorno una cacata solitaria abbandonata ai bordi di un sentiero, complice Luglio e l’ olezzo dell’ aria, s’ innamorò di “strunzo” di pompiere. Era ella aggraziata e formosetta, lui era grosso, scuro, prorompente. Lei ricordava un piccolo cappello. Lui torreggiava: imponente e bello. E in una sera tutta profumata, con la complicità d’ un gran moscone, lui ricevette la dichiarazione della piccola cacca innamorata. Lui si commosse, essendo triste e solo e da nessuno mai considerato. Volle subito bene a “cacatella”, di più che al culo che l’ avea creato. Ma per sfortuna erano lontani. E sol la luna, i sassi e le verzure del piccolo viale solitario, potevano conoscere i tormenti di quei due timidissimi escrementi. E un bel mattino, erano le otto, un secchio d’ acqua, lesto, da un balcone, l’ effetto provocò sul grande amore, come il famoso libro galeotto, che a Paolo ed a Francesca prese il ...