Il matrimonio
Data: 12/03/2022,
Categorie:
Tradimenti
Autore: LoScrittore91, Fonte: Annunci69
Avrei tanto voluto rifiutare. Dire scusa, Elena, ma quel giorno proprio non riuscirò ad esserci. E invece avevo accettato, purtroppo. E ora mi aspettava il pranzo al ristorante, dopo aver assistito ad una cerimonia interminabile.
E Francesco nemmeno c’è. Il turno di merda, gli è capitato. Conosco la sua vita, il suo lavoro, i lati negativi di essere fidanzata con un poliziotto.
Entro nel ristorante, una cascina in aperta campagna. Eleganti tovaglie bianche vestono una ventina di tavoli circolari, sparsi nell’ampia sala. Gli invitati sostano davanti ai propri posti, in piedi, scambiandosi caldi abbracci e risate. Si respira aria di festa.
Dato che non conosco praticamente nessuno, oltre gli sposi, vado subito al mio posto riservato. Ogni tavolo ha il nome di una regione e io sono stata assegnata alla Toscana.
Gli invitati iniziano a sedersi. Un ragazzo in camicia bianca e cravatta nera prende il posto accanto al mio. Lo riconosco all'istante. Rispetto all’ultima volta che ci siamo visti ha la barba più piena, i capelli più lunghi. Mi guarda per qualche secondo, cercando di recuperare frammenti di memoria, e alla fine le sue labbra si allargano in uno splendido sorriso. Una voragine si apre nel mio stomaco.
Sono passati tre anni. È successo un mese prima che incontrassi Francesco. Era stata proprio Elena, a presentarci. Un’uscita mista, coppie e single. A fine serata, dopo aver chiacchierato tutta la sera, Mattia si era offerto di accompagnarmi a casa. Un bacio ...
... era diventato qualcosa di più. E alla fine eravamo finiti in un parcheggio, a scopare.
In ventinove anni, è stata la volta più bella in assoluto. Più di ogni ragazzo con cui sono stata, più di Francesco.
Abbiamo continuato a sentirci su Facebook, senza più incontrarci. Poi, appena ho iniziato la relazione con Francesco, l’ho cancellato dai contatti.
- Ciao, Sara.
Il suo profumo mi rievoca i ricordi di quella sera, il modo in cui si muoveva sopra di me. La morbida luce del giorno assalta le grandi vetrate della sala. Gli rivolgo un sorriso.
- Mattia, quanto tempo. Come stai?
- Bene, grazie. Tu?
- Non mi lamento.
Prende la bottiglia di vino bianco dal tavolo.
- Vuoi? - chiede.
- Si, grazie.
Mi riempie il calice, poi passa al suo. Quindi ne beviamo un sorso.
- Non ti ho vista in chiesa.
È diventato ancora più affascinante. Emana sicurezza, padronanza di se. Come allora, mi rendo conto che subisco il suo fascino.
Ero in fondo, nelle ultime file, - rispondo.
Mattia annuisce, sistemandosi l’orologio d’acciaio. Un concerto di voci, di risate, progredisce con il passare dei minuti. Ad un certo punto entrano in scena i camerieri con enormi piatti di affettati, salumi, bruschette e formaggi di ogni tipo. È l’inizio del pranzo.
- Non so tu, ma io non conosco nessuno, - dico.
Non riesce a trattenere un sorriso, la faccia di chi vuole saperne di più.
- Come mai? - domanda tagliando un pezzo di formaggio sardo.
- Io ed Elena ci siamo ...