1. La benedizione di Pitonio


    Data: 26/02/2022, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Smaliziato, Fonte: RaccontiMilu

    ... nonostante dovesse appoggiarsi al bastone il suo passo era svelto e deciso, quasi marziale.
    
    Un sacerdote con lo stesso aspetto si era sempre presentato, checché la memoria ricordasse, al villaggio, tanto che girava la voce che si trattasse dello stesso uomo che, per secoli, aveva officiato i suoi doveri sacerdotali. In questa occasione il sacerdote era entrato nelle case degli ammalati, tirando fuori dal mantello sacchetti di semplici ed erbe, con cui prepara medicine che, bevute, placavano le febbri e il dolore, o unguenti che, applicati sulle piaghe, ne rallentavano il dilagarsi e impedivano il sanguinamento. Dal giorno della sua comparsa, aveva girato per le case visitando i malati e curandoli, con risultati che nemmeno li speziali, prima di lui, avevano ottenuto. Costoro avrebbero voluto sapere quali cure ed rimedi egli usasse, ma il sacerdote si era sempre rifiutato: i preparati da lui usati erano un segreto del suo ordine, e solo chi ne faceva parte poteva conoscerli. All’insistenza degli speziali, li invitò ad unirsi all’ordine, ma quelli rifiutarono. E neanche avrebbero potuto rubare le scorte di semplici: la sera, finito il giro delle case, il sacerdote entrava nel tempio, si toglieva da sotto il mantello il robusto cinturone con cui portava i sacchetti di semplici, sempre vuoti, e si coricava vicino all’altare, vicino al fuoco sacro, dove dormiva recitando a bassa voce preghiere al dio. E alla mattina, ancor prima dello spuntare del sole, si alzava, usciva dal ...
    ... tempio e scompariva nei boschi circostanti, per poi riapparire nelle case, rifornito delle sostanze da cui traeva le misteriose medicine.
    
    Erano ormai passate alcune settimana. Rappresentanti dei soldati, dei pastori, dei contadini di Verdebosco, un mercante che si era trovato al villaggio allo scoppio dell’epidemia, ed era stato obliato a rimanervi, gli speziali venuti dalla città e infine, in disparte, il sacerdote, erano riuniti nell’ampio cortile quadrato della Casa Grande. Due grandi bracieri di bronzo, ai lati del cortile, offrivano calore e luce in quell’ora serale, dopo che il sole era già calato. Su una tavola, imbandita dai liberti, varie pietanze furono prese d’assalto dagli ospiti. Solo il sacerdote non rimase al tavolo, tra la calca delle persone che si ingozzavano di ogni portata, offerte più per mostrare opulenza e ricchezza che generosità, dopo aver preso una pagnotta di pane nero, un pezzo di formaggio e uno di carne di pecora, che consumò i silenzio.
    
    Quitio Nunzio Clelio uscì dal porticato che circondava il cortile, chiuso da spesse tende che celavano la presenza di altre persone. Era questi un uomo intelligente, abile e scaltro, dotato per l’economia e la politica. Aveva capito che, per meglio governare sulla vallata, doveva richiedere tributi giusti, di bestiame e di messi, in modo che il popolo non si rivoltasse contro di lui, ma riservandosi di espropriare i capi migliori di bestiame per il gregge privato della sua famiglia. Ai mercanti che sostavano ...
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