1. Doccia nippo-olandese. Il nadir


    Data: 20/02/2022, Categorie: Etero Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... pronuncio in un idioma che anche lui riesce a comprendere.
    
    E mi guarda soddisfatto, come se gli avessi dato una medaglia, felice per l'inaspettato effetto ottenuto.
    
    In tutto ciò siamo tutti e due nudi e sotto la doccia. Ma pare che questo sia un particolare del tutto trascurabile.
    
    “Dai, rincoglionito, fammi uno shampoo!” devo anche suggerirgli e mi giro di spalle per prendermi il getto d'acqua calda in faccia e sulla fronte.
    
    Col sedere lo spingo contro il plexiglass del box, a gelarsi lui il culo, facendogli credere di mettermi in una posizione provocante.
    
    E infatti, mentre armeggia con il liquido saponoso e comincia a impastarmi la chioma, sento qualcosa che si alza, un argomento che mi strofina ripetutamente le chiappe.
    
    Muovo i sedere incontro all'amico ritrovato e appoggio la testa sulla spalla che sento venirmi in soccorso da dietro.
    
    Finalmente le cose cominciano ad andare per il verso giusto e quando la mia testa si satura di schiuma densa e profumata, percepisco finalmente le sue mani insaponate raggiungermi i seni e avvolgerli di panna montata al profumo di pino silvestre.
    
    La schiuma scivola sul mio corpo e mentre io faccio del mio meglio per continuare a strofinargli i miei glutei su un'asta che sta diventando una trave di equilibrio, lui mi ripete l'operazione dello shampoo sui peli del pube.
    
    Mi stringo a lui, il ...
    ... suo petto sulla mia schiena.
    
    I suoi baci affiorano da sopra la mia spalla e mi assediano il collo, quando avverto una contrazione della sua gola.
    
    La birra sta provocando effetti tardivi.
    
    “Non provarci, Orange! Non pensarci nemmeno!” lo ammonisco preventivamente, “se non vuoi essere sbattuto fuori dalla doccia, in corridoio, in piena erezione!”
    
    Lui con una torsione innaturale disinnesca l'ordigno e la detonazione si perde in un cupo e profondo brontolio, come un tuono remoto o il lontano bramito di un cervo in amore.
    
    Un'ultima vibrazione che si trasmette ai corpi cavernosi mi ricorda a cosa mi stavo accingendo.
    
    Allargo le cosce e accolgo l'ospite tanto atteso con una mano insaponata che pietosamente mi infilo sotto, tra le cosce, mentre uno sfiato di aria malsana viene espulso di lato al di sopra della mia spalla destra.
    
    Lo percepisco scuotersi in una risata repressa e ancora mi chiedo cosa abbia fatto io di male per meritarmi tutto questo.
    
    Ma finalmente le sue dita si presentano all'appello tra le mie cosce e inizia un dolce massaggio lungo le vie della seta e del piacere.
    
    Vengo piegata in avanti e mi preparo come un tortellino ad accogliere un ripieno di carne, sperando già in una rapida ricarica che mi conceda un bis sotto la trapunta da qui a poco.
    
    Sempre che l'olandese non escogiti un'altra delle sue preziose trovate. 
«123»