Estate indimenticabile
Data: 09/02/2022,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... qualcosa di terribile e di smisurato, sennonché in pochi attimi approfondii tutte le ragionevoli e supponibili soluzioni assieme alle convincenti teorie difensive d’adottare: ‘Sì, scusa, avevo sentito strani rumori, volevo soltanto chiudere la porta, sembrava che qualcheduno mi chiamasse, non era vero niente, ero sempre stato nel mio letto e stavo dormendo, si sarà sbagliata lei’. Quest’ultimo pensiero m’apparì il più elementare, direi quello maggiormente ragionevole d’adoperare, considerato che mi predisposi per farmi trovare vivamente assopito. In quella condizione e con il cuore in tumulto udii il cigolio lievissimo della porta che s’apriva, con gli occhi appena socchiusi in una fessura talmente stretta che le immagini si confondevano fra le ciglia mentre la vidi avvicinarsi, fermarsi ai piedi del letto e con i pugni sui fianchi fissarmi con un atteggiamento maldisposto, minaccioso e ostile. Io cercavo tentando inevitabilmente d’adeguare il fiato, eppure l’emozione, la piccola corsa e il terrore, tutto faceva sì che respirassi in modo convulso con degli scatti cercando di trattenere quello sforzo. Sapevo di non essere credibile, però continuai nella scena non sapendo che cos’altro fare.
‘Dorme, il poverino dorme’ – io la sento nel frattempo sibilare con un tono di voce che non le riconosco: sarcastico, sferzante e tagliente.
Lei è sempre lì, in fondo al letto, però s’è spostata sul lato con una mano lasciata penzoloni che mi sfiora leggermente il collo ...
... del piede, quasi a voler esaminare la mia reazione. Rimane così per qualche attimo con la testa piegata, dal momento che sembra riflettere. Io sono sicuro: lei sta studiando una punizione degna ed esemplare, poi sembra scuotersi, gira la testa per guardarmi in viso e mentre lentamente si muove lungo il letto, parimenti le sue dita leggere risalgono la mia gamba, adagio su per il polpaccio, poi sul ginocchio e in ultimo per la coscia. Quel contatto lieve, attraverso il tessuto leggero del lenzuolo mi procura come una scarica elettrica e non capisco lo scopo. Concetta si ferma a metà del letto, mentre la vestaglia appena trattenuta in vita dalla cinta allentata, offre ampie fenditure del suo corpo nudo. Io sono combattutissimo fra il guardare e il continuare nella mia sceneggiata, lei con le dita continua a sfiorarmi la gamba, l’interno delle cosce, il pube e l’inguine. Io sono impietrito, le braccia lungo i fianchi, i pugni serrati, il cuore in tumulto e una tremenda erezione, anche perché lei non sfiora più con le dita, ma con la tutta la mano m’accarezza affettuosamente fra le gambe e sull’inguine. Adesso anche il suo respiro è leggermente affannato mentre afferra il lenzuolo e lo tira giù lentamente, lasciandomi scoperto, immobile, impaurito e inquieto in attesa di non so che cosa.
Per quella tremenda erezione il pene mi fa male, poiché è ripiegato dentro lo slip, mentre lei continua a accarezzare e a toccare, poi smette per momento, allunga anche l’altra mano, ...