Club Tlazo – Capitolo 1
Data: 20/01/2022,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... “tette”. Eleonora giunse nuovamente alla conclusione che la ragazza nuda dimostrasse tanto astio nei suoi confronti fosse dovuta all’invidia, un’invidia marcia verso di lei che sfoggiava, suo malgrado, una quarta. Non l’avrebbe mai confessato con nessuno, soprattutto con Cristina, ma avrebbe fatto volentieri cambio con il suo. – Sì, hai ragione – rispose Miriam, togliendosi con decisione la maglietta, ma sembrò trattenesse il fiato e sollevò lo sguardo al cielo quando si liberò il seno, una splendida terza dai capezzoli piccoli e le aureole che sembravano sparire rispetto al resto delle poppe, come se lo stesse offrendo in sacrificio allo sguardo delle persone presenti sulla spiaggia sassosa, e subito lo coprì con un top, notò Eleonora. La osservò levarsi i pantaloni neri senza problemi, ma quando si tolse le mutandine si piegò, nascondendo il suo sesso tra le gambe, a differenza di Cristina, assicurandosi che non ci fosse nessuno alle sue spalle, e infilandosi il sotto del costume con movimenti convulsi. Eleonora non si lasciò sfuggire l’imbarazzo con cui la sua amica si era cambiata, ma, nonostante questo, rispetto a lei, si dimostrava comunque più spigliata. Al contrario, solo dopo qualche secondo si accorse che Cristina la stava fissando, le mani sui fianchi. – E tu non ti spogli? – le domandò, ma dal tono di voce sembrava più un ordine. Cristina era ancora priva di abiti, e un paio di uomini, quelli con i grossi aquiloni, avevano smesso di guardare il cielo per fissare ...
... il suo culo nudo. Eleonora abbassò lo sguardo sul proprio seno, prosperoso al punto tale da considerarlo un difetto, da far ignorare a tutti i suoi occhi azzurri come il mare e i capelli biondi come il grano, e nonostante questo essere vilipeso da chi aveva preteso da lei piacere per quasi un anno. – Non ho… non ho un costume. Cristina scosse nuovamente il capo. – Ammazzerei per essere figa come te, stupida troietta – si lasciò sfuggire. La sua voce era tagliente quanto la lama di un coltello. Poco mancò che fendesse la morsa che stringeva il petto della ragazza e la facesse scoppiare in un pianto. – Goditi il potere che ti darebbero quelle due bocce, cretina. Eleonora non disse una parola, stringendo le gambe al seno con le braccia. Erano passate un paio di ore quando Miriam iniziò a lamentarsi di avere fame. – Se ci fossero quelli del cocco bello, potremmo spompinarli per farcene dare qualcuno – disse Cristina, ironica. Non aveva fatto altro che starsene sdraiata su un asciugamano, girandosi di tanto in tanto, senza pronunciare una parola, arrostandosi al sole, godendosi segretamente la soddisfazione che gli davano gli sguardi degli uomini che, passando più o meno casualmente di lì, si posavano su di lei. Eleonora aveva comunque notato che Miriam attirava ben più l’attenzione, compiacendosene silenziosamente, e, con un tuffo al cuore, nonostante fosse vestita da capo a piedi, scoprendo che quasi ancora di più si fissavano su di lei. – Forse sarà meglio cercare un ristorante, ...