1. La Cagna cap. 1


    Data: 20/01/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    La cagna era nella sua cuccia che si leccava il corpo. Con la zampa davanti spingeva le sue grandi e morbide tette verso la lingua e si leccava, era pulizia, ma anche piacere, soprattutto quando si soffermava sui grossi capezzoli. Poi, con una bella contorsione, raggiunse anche la sua fica e si diede due lunghe slinguate, la pulizia intima la fece fremere di piacere. Imparare ad eseguire quest’ultima acrobazia le era costata ore ed ore di duro lavoro e tante frustate. La cagna si chiamava Aurora ed era una quarantenne, il suo Padrone aveva cancellato il suo nome, la chiamava semplicemente Fuffy. Primo passaggio per farla diventare una bestia bestia. Era una cagna di taglia grossa, una bella cagna con zampe ben sviluppate, un corpo tornito e forte, un petto molto generoso, il pelo bianco e rasato, un culo che ondeggiava deliziosamente quando sculettava per la casa, un visetto garbato con una bella e piccola boccuccia. Il Padrone le aveva rasato i capelli biondi sui lati e ora aveva il resto della testa con capelli corti e un bel ciuffo che le cadeva in avanti verso la fronte. Era diventata una cagna da solo quattro mesi, ma ormai era ben addestrata. Aveva iniziato al principio dell’autunno ed ora eravamo in inverno. Fuffy aveva una buona predisposizione per diventare una cagna di razza e il suo Padrone l’aveva educata severamente. Fuffy viveva in una stanzetta della casa del suo Padrone, con una porta che rimaneva quasi sempre aperta verso il resto della casa di campagna e uno ...
    ... sportello, alto un metro e largo mezzo, che si apriva e si richiudeva con una molla sul giardino. Alla cagna bastava spingere lo sportello col muso o con una spalla, quello si apriva ed era in giardino. Dopo il suo passaggio si richiudeva, viceversa quando rientrava. Il Padrone chiudeva la porta solo quando aveva ospiti, ma non sempre, dipendeva dagli ospiti. Nella stanzetta, la cagna, aveva la sua cuccia, le sue ciotole per bere e mangiare e tanti altri giochini. Per i suoi bisogni andava fuori. In quel momento sentì che il portoncino di casa si apriva e si precipitò fuori dalla cuccia e dalla stanza correndo rapida verso il suo Padrone. Rimase delusa, non era il suo Padrone, ma la sua serva che rientrava con alcune buste della spesa. La serva non piaceva a Fuffy, ma le buste la incuriosivano e si avvicinò fiutando, per sentire se in quelle c’era qualcosa di buono per lei. La serva, senza tanti complimenti, le disse – levati di torno, che ho un sacco di cose da fare prima che rientri il Padrone. – Marta era serva e schiava del padrone già da qualche mese prima che arrivasse Fuffy. Quando la cagna era arrivata la schiava era stata completamente addestrata, anche se c’erano ancora molti dettagli in via di perfezionamento. Fuffy, offesa, ma con dignità, sculettò verso il suo box e da lì uscì in giardino sdraiandosi sull’erba, al sole nell’aria frizzante, riprese a leccarsi. Marta era solo una serva, non valeva la pena prenderla in considerazione. Certo era anche la schiava del ...
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