il vicino e la mia nuova passione!
Data: 15/01/2022,
Categorie:
Etero
Autore: sakurasan, Fonte: RaccontiMilu
... avuto poco fu per me come una molla, una scintillà che scattò dentro di me e che fece cadere anche gli ultimi freni inibitori, in quel momento ero una troia in calore desiderosa di accogliere in ogni mio orifizio il membro dell’uomo che avevo davanti ma che non ne voleva sapere però, non che quello che stava facendo mi dispiacque, se ne stava in ginocchio tra le mie gambe, che leccava la mia patatina, sollazzandola con due dita, fu vorace, divorò i miei generosi umori estasiato, entrando e uscendo da tutti e due i buchi, venni di nuovo, scossa da mille brividi, inondai il suo viso, rise ancora, si alzò, mi baciò, mi diede della troia, si scostò e finalmente iniziò a spogliarsi, tolse la tuta, restò in slip e canottiera, una scena non propriamente sexy, se non fosse che dagli slip usciva fuori almeno mezzo pisello, non riuscì a staccare gli occhi da quel pezzo di carne, rise di nuovo, si tolse le ultime cose da dosso, mi prese per i capezzoli, mi fece abbassare e iniziò le danze, mise subito il suo cazzo tra le mie tette:
“mmm te l’avevo detto che ce stava bene, aprì la bocca e lecca la cappella quando spunta tra sti du bei zinnoni!”
ubbidì.
Leccavo quella cappella grossa a tal punto che mi spaventò l’idea che da lì a poco avrei dovuto succhiarla, avevo paura per la mia mandibola, per non parlare del mio culo “vabbè gli dico di no se me lo chiede” pensai, che errore!
Mario si staccò dalle mie tette, si spostò di qualche centimetro, mi assestò 3/4 pisellate in ...
... faccia così da farmene sentire la consistenza, un manganello praticamente!
mugolai di piacere, ne approfittò appoggiando la cappella sulle mie labbra, iniziai un sontuoso pompino alternando grosse cavalcate di gola a rapide leccate furtive, asta, palle, cappella, culo, non ci fu un solo centimetro di quel suo bastone che non gustai con tutta me stessa, grugnì dal piacere, mi guardò, mi incitò:
“brava e bella, mica a tutte glie dona la minchia in bocca, a te si, la morte tua proprio, aprila dai, spalanca sta bocca più che poi che te vado a dà ‘na controllata alle tonsille!”
ubbidì ancora e ci mancò poco che me le cacciò via le tonsille, riversai litri di bava sul pavimento del bagno, le sue palle sbattevano sul mio mento, rideva e godeva, lo sfilò via, finalmente presi aria, feci appena in tempo che me lo trovai di nuovo piantato in gola, mi tenne in ginocchio davanti al suo scettro per una buona mezz’ora, senza neanche un cuscino, mi fece sentire davvero come la peggiore delle puttane, mi scopò la gola insultandomi:
“te lo mangi proprio sto cazzone, te fà male la gola puttana? rispondi!”
provai a rispondere, impossibilitata dalla sua cappella ben piantata nella mia gola, ne uscì un suono strozzato che voleva sembrare un si, rise divertito:
“ahahahah, non se parla a bocca piena, non solo te devo riempì la bocca, bisogna che te mparo pure le bone maniere!”
mi prese per i capelli e mi tenne ferma, si scostò di una decina di cm e iniziò a scoparmi letteralmente la ...