Secondo tradimento con l’extracomunitario
Data: 01/01/2022,
Categorie:
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: Raf90, Fonte: RaccontiMilu
Dopo l’incredibile pompino con ingoio fatto al cliente dell’albergo in cui lavoro, ci sono ricascata e, per la seconda volta, ho tradito il mio compagno. Quell’esperienza era diventata una vera ossessione, ci avevo preso un gran gusto, avevo goduto tantissimo e volevo riassaporare quel piacere intenso, quel brivido della trasgressione. Avevo infatti tentato di riagganciare il cliente per un secondo round in cui, oltre a spompinarlo, questa volta mi sarei voluta far fottere tutta, ma vuoi per la presenza della moglie, vuoi per le circostanze sfavorevoli, la cosa era rimasta impossibile ed unica. Quando in hotel ci incrociavamo, ci guardavamo con desiderio, ci sorridevamo in maniera complice, ma purtroppo l’occasione non si era ripresentata più.
Nel frattempo avevo adocchiato un extracomunitario che stazionava fuori dal supermercato in cerca di mance. Un nero sui 40 anni, labbroni grossi, alto e dall’aspetto trasandato. Ogni volta che andavo a fare la spesa, mi salutava e mi sorrideva, senza minimamente immaginare i miei propositi e le mie intenzioni da gran troia nei suoi confronti, ma o perché ero in compagnia del mio compagno, o perché quando ero sola lui non c’era, non potevo far altro che fantasticare, immaginare e desiderare le cose più oscene e proibite.
E fantasticavo tantissimo su di lui, mi eccitavo e mi masturbavo tantissimo al pensiero che, oltre al tradimento, si aggiungeva anche il volerlo fare con un uomo di colore, cosa questa che credo sia il desiderio ...
... proibito e segreto di tutte noi donne. Insomma, tradire il mio compagno con uno sconosciuto nero, un vero bull da monta, era una cosa che mi infoiava davvero tanto.
Un mattino, con il pensiero fisso di trombarmi quel negrone e non riuscendo più a resistere al desiderio di fare la porca con lui, feci una pazzia. Verso le 13 mi appostai nei pressi del supermercato e quando lui andò via, lo seguii fino a che non scoprii dove abitava.
Ora sapevo dove viveva, ma non avevo il coraggio di prendere l’iniziativa, non sapevo come fare ad agganciarlo, fino a che, non riuscendo più a resistere, con la figa in fiamme, lo seguii ancora una volta e bussai alla sua porta. Mi aprì un suo amico, anche lui di colore, ed io rimasi delusa, non sapevo cosa fare perché non sapevo il suo nome e, imbarazzatissima, non sapevo cosa dire.
Fortunatamente lui parlava l’italiano, e così riuscii a fargli capire che cercavo il suo amico del supermercato. L’amico lo chiamò e lui venne alla porta e, sorpreso nel vedermi, chiese sorridente di cosa avessi bisogno.
Nel pallone totale, ma determinata a trombare con lui, mi inventai una scusa dicendogli che dovevo caricare delle cose pesanti in macchina e che mi serviva il suo aiuto. Lui accettò subito, calzò di nuovo le scarpe ed insieme andammo al parcheggio del supermercato che era poco distante.
Arrivati alla mia auto, mi sorrise e, vedendo che non c’era nulla da caricare, rimase a guardarmi con aria smarrita. Temendo di essere notata da qualcuno ...