Tormenta sull’autostrada
Data: 29/12/2021,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu
... violentarmi???”), poi però faccio mentalmente spallucce, lo ringrazio con un sorriso e lo bevo: è forte da farmi tossire, ma cazzo se scalda! Adesso sorridiamo tutti, fatte le presentazioni, ma io sono scossa da brividi: mi abbraccio ed esagero i brividi, ma hanno già capito; Jamal ha allungato una mano sulla cuccetta dietro di sé e mi porge un asciugamano, poi mi indica le gambe ed i piedi, appena coperte dai collant e da quelle maledette decolté. Dovrei levarmi calze e scarpe, ma come faccio con loro due lì? Mi viene di nuovo da battere i denti e capisco che… al diavolo il pudore! Levo le scarpe, faccio per alzare la gonna ma la manona del camionista mi si appoggia sull’avambraccio. Oddio! Cosa vorrà, adesso? Mi sorride e mi indica la cuccetta, dietro di loro. Gentile! Io chissà cosa pensavo, già… Lo ringrazio con un sorriso e scivolo sulla cuccetta; poi mi alzo la gonna fino alla vita, afferro l’orlo dei collant e me li tolgo: sono fradici e gelati!!! Mi asciugo e friziono i piedi gelati, bianchi come la neve, senza più sangue per il freddo umido; poi passo alle gambe e l’asciugamano è già inzuppato di acqua fredda. Una mano mi appare davanti al viso, con un asciugamano che tiepido perché era sulle bocchette dell’aria calda! Gli porgo quello bagnato e mi godo il tepore del tessuto sulla pelle, mentre la circolazione sanguigna che ritorna normale mi fa bruciare i piedi come se fossero nel fuoco. Dopo un quarto d’ora, mi sento meglio: passo nuovamente tra loro e ...
... do un’occhiata attraverso il parabrezza: tutte le auto sono ormai sepolte dalla neve e faccio fatica a capire che il secondo cumulo di neve davanti a noi contiene la mia auto. Mi giro verso Ahmed e lo guardo finalmente: un bel ragazzo, sotto i venticinque anni; alto snello, spalle larghe, riccioli neri, occhi nerissimi e lunghe ciglia ad addolcirne lo sguardo, con il bel sorriso ereditato dal padre. Mi sorride, gli sorrido. Il padre sbadiglia, poi da uno sportellino tira fuori una formaggetta, una grossa pagnotta, un bottiglione di vino rosso e delle arance. Con un grosso coltello a serramanico, taglia le fette di pane e di formaggio; Hamed versa il vino, nei bicchieri appoggiati sull’ampio cruscotto . Con un gesto cordiale mi invitano a servirmi; dopo una brevissima esitazione, ringrazio con un sorriso e comincio a mangiare, rendendomi conto solo in quel momento di quanto fossi affamata. Il formaggio ha un sapore forte ed il vino è ottimo, anche se un po’ troppo pesante per i miei gusti, ma Ahmed mi riempie il bicchiere almeno altre due volte, mentre loro due chiacchierano e scherzano. Dopo una mezz’ora, Jamal mi fa segno che si corica per dormire; passa nella cuccetta e tira la tendina. Resto in cabina, seduta al posto del passeggero; il tepore ed il vino mi fanno scivolare nell’assopimento, nonostante la cabina sia squassata dalle potenti raffiche di vento. Per cercare una posizione migliore sul pur comodo sedile, devo essermi mossa in modo scomposto: mi ha svegliata ...