1. Baby sitter


    Data: 24/12/2021, Categorie: Etero Autore: benves, Fonte: Annunci69

    ... miei genitori non leggano mai la cronaca di questa mia storia.
    
    Per quello che mi riguarda sono consapevole di non essere una ragazza dall’aspetto mozzafiato.
    
    Alta un metro e sessantanove, ho infatti ben poco da vantare: un bel viso con dei lineamenti che, nel bene e nel male, accentuano la mia aria da ingenua, i capelli sono castano chiari e ricci, gli occhi verdi; un bel sorriso fa da cornice. Altro non ho.
    
    Certamente avrei voluto un seno un po più sodo e meno molliccio: indossando il reggiseno sono quasi uno schianto, ma senza, le mie tette si allargano un po troppo sul mio corpo.
    
    Sono molto critica degli antiestetici cuscinetti che ho sulle cosce, anche se non sono molto evidenti: fortunatamente i jeans, che praticamente indosso sempre, li contengono dando ulteriore forma sostanziosa al mio fondo schiena.
    
    Di necessità ho dovuto sempre far virtù e quindi, crescendo, ho creato un micidiale cocktail miscelando l’apparente aria ingenua con la reale sfrontatezza, necessaria certe volte per farmi notare.
    
    E’ proprio questa sfrontatezza che non riesco a mitigare e che mi caccia nei guai; e poi, quando mi metto in testa una cosa….
    
    Intanto era già un mese che facevo la babysitter e in questo frattempo, oltre ad aver raggiunto una notevole confidenza, avevo assimilato le abitudini di tutti.
    
    Fabrizio, per esempio, era solito che, appena tornato a casa dal lavoro, come prima cosa facesse una doccia.
    
    Poi, uscito dal bagno indossando l’accappatoio, se ne ...
    ... andava nella sua camera da letto tenendo sotto il braccio gli abiti tolti per riapparire dopo dieci minuti vestito con una delle sue innumerevoli tute da ginnastica, quasi una mania.
    
    Ogni volta, poi, non mancava di giustificarsi dicendo che dopo un’intera giornata in giacca e cravatta, non vedeva l’ora di mettersi finalmente in libertà.
    
    Quel giorno, nonostante l’abitudine fatta, notai invece qualcosa di diverso: un nuovo accappatoio celeste che gli aveva regalato la moglie.
    
    Seguii con la coda dell’occhio l’abituale passaggio di Fabrizio dal bagno alla sua camera.
    
    Ma non notai solo l’accappatoio.
    
    Forse perché era di una taglia più piccolo degli altri ma, seppur chiuso in vita dalla cinta, lasciava un generosa apertura sul davanti.
    
    Attraverso quello spiraglio faceva capolino quello che la mia curiosità da tempo avrebbe già voluto aver visto.
    
    Seppur in uno stato di rilassatezza l’aspetto di quella cosa era di quelli invitanti.
    
    Non ne riuscii a percepirne la forma, ma le dimensioni quelle si.
    
    A casa, prima di addormentarmi, ripensando a quella scena e mi resi conto che inconsciamente stavo accarezzando la mia cosina.
    
    Cacciai via il pensiero ricordandomi e ripetendomi come un mantra che, purtroppo, data l’età, Fabrizio poteva essere mio padre.
    
    La situazione si ripropose anche nei giorni successivi e man mano sembrava stesse diventando come un appuntamento: ogni volta che Fabrizio usciva dalla doccia facevo in modo di trovarmi sul suo cammino con il mio ...
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