In vacanza a Courmayeur
Data: 16/12/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Giulia LiberaMente, Fonte: EroticiRacconti
Alla fine, rieccomi qui.
Lo so, lo so, è passato un bel po’ di tempo dal mio ultimo racconto ma le cose al lavoro sono state piuttosto impegnative. Nulla di cui possa lamentarmi, s’intende, solo… impegnative ecco. Per fortuna il volontariato mi ha tenuto compagnia e mi ha aiutata a svagarmi soprattutto nelle giornate più faticose.
Ma immagino che del mio lavoro non vi importi poi granché, giusto? E dopotutto non sono qui per parlare di quello. Ho altro da raccontare, qualcosa di molto più intrigante che riguarda le vacanze di Natale.
L’azienda aveva chiuso per qualche giorno a ridosso del Capodanno, così ho deciso insieme a Valentina, amica e collega, di andare a fare un weekend lungo a Courmayeur.
Non ho mai amato sciare, tuttavia amo la neve e soprattutto la pace che solo un camino acceso, un buon libro e una coperta sulle ginocchia sanno dare; così mi sono lasciata convincere da lei (molto più sportiva di me) e valigia alla mano ho fatto il mio ingresso nell’alberghetto che ci avrebbe ospitate per tre notti. C’era molta gente e, anche se nel rispetto dei distanziamenti, la sala comune al piano terra era sempre abitata da qualcuno; io, naturalmente, avevo finito per essere tra gli avventori abituali mentre Valentina trascorreva le sue giornate in pista.
In quelle condizioni non mi ci è voluto molto, lo ammetto, per dare vita ad un gioco che ha finito per interessarmi molto più di lettura, camino e coperta. Se mi avete già letta saprete forse avrete già ...
... intuito che amo stuzzicare, ma in ogni caso a poco a poco finirete per rendervene conto. Fatto sta che sin dal secondo giorno ho preso l’abitudine di uscire dalla camera per prendere posto in una comoda poltrona, sempre la stessa, indossando solo una semplice tuta comoda da palestra. Tuttavia, sotto di essa, non ho mai indossato intimo. No, nemmeno una volta.
Non posso dire di essere una persona particolarmente freddolosa, tuttavia non dubito che sotto il tessuto felpato rosa i miei capezzoli resi turgidi dalla temperatura piuttosto bassa della saletta saltassero piuttosto bene all’occhio degli altri ospiti dell’albergo. E la mia certezza viene in gran parte dal ricordo dei molti sorrisi che mi venivano spesso rivolti durante le ore trascorse lì, semplicemente seduta in poltrona a leggere. O meglio, a fingere di leggere. Già, perché in realtà sin da subito ho preso a ricambiare quegli sguardi e sorrisi, finendo per flirtare con molti di coloro che me li rivolgevano. Nessuno di essi, però, si era mai spinto oltre un saluto a bassa voce o anche solo un cenno garbato con la mano. Almeno sino all’arrivo di Gioele.
Gioele è un pescatore. Un pescatore su una tonnara al largo di Palermo, in vacanza fin quassù in quello che per lui è l’estremo Nord perché suo nipote, un ragazzetto di circa tredici anni, stava per svolgere una gara di sci.
Gioele è un omone di trentasette anni, moro di capelli e con una barba ispida e già brizzolata, dalle mani callose e rigate dal vento e dal ...