1. La Caduta. Atto tredicesimo. Della Battaglia di Agripatus.


    Data: 06/12/2021, Categorie: Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... maschi era particolarmente protratta.-, disse notando lo sguardo lascivo di Ilthea. -Permettimi…-, sussurrò indicandole la branda. L’amazzone si stese. Aristarda si penetrò con il dildo e poi penetrò Ilthea. Si diedero a lungo reciprocamente piacere, godendo l’una dell’altra, l’una con l’altra, mai sazie. I loro capelli formarono un sudario, i loro umori si mischiarono e infine giacquero una sull’altra, abbracciate, alla deriva nel presente, sussurrandosi frasi che non avevano senso, ubriache di godimento.
    
    Calus contemplò il trono. Era alto tre metri, scolpito dal legno bianco degli alberi sacri al popolo dei Rusi delle Isole di Rhea-Sarmatika. Dopo la ribellione di Nimandeo, quel materiale era oltremodo raro nell’Impero. Adorno di bassorilievi e fregi narranti la gloria di Roma e di Licanes, era un meraviglioso scranno su cui osservare la vittoria. Comprendeva anche un olotrasmettitore personale e una postazione vox, oltre a una corazza a rapido dispiegamento in polimeri a prova di armi termiche o a proiettili solidi. -Perfetto.-, disse. Ordinò di portarlo in posizione. Presto avrebbe assistito alla definitiva disfatta di Aristarda Nera.
    
    Il rito della vestizione dell’armatura era qualcosa che Aristarda avrebbe potuto non svolgere. Di fatto Ilthea e altri avrebbero potuto farsene carico, vestendola con perizia e rapidità ben maggiore di quanto avrebbe fatto lei da sola. Ma non l’avrebbe permesso. Non quel giorno. Dopo la colazione, aveva congedato tutte le guardie, i ...
    ... Legati, i Capitani di vascello e l’ammiragliato, chiedendo di stare sola. Si era seduta nella postura dei monaci Zen-Shura e aveva tentato di centrarsi. Non le era mai riuscita la meditazione. Poi si era spogliata degli abiti regali restando con il reggipetto e il chitone minimo a coprire le intimità. Si era lavata, cospargendosi la pelle con gli unguenti. Era un rito antico. Aveva indossato il chitone esteso, una sorta di gonna che arrivava sino al ginocchio. La versione delle amazzoni del Kelreas era poco più corta, quella che fu dei Cimanei arrivava sino al legamento crociato. Sopra di esso aveva assicurato il fiancale in piastre, che proteggeva le cosce e i fianchi. Al di sopra, sul petto fasciato da una veste semplice aveva indossato la Lorica Pretexta, l’armatura imperiale designata sulle antiche corazze licanee a scaglie in materiali ultraleggeri ma resistenti. Poi aveva indossato i bracialia, corazze per proteggere l’esterno delle braccia dai colpi, in metallo sbalzato con fregi beneauguranti. Infine indossò i calicei bellici, gli stivali comprensivi di schinieri alti quasi sino a metà polpaccio. Li assicurò con nodi rapidi e fermi. Prese l’elmo. Indossarlo o non indossarlo? L’avrebbe protetta ma, da che mondo era mondo, i comandanti di Roma e di Licanes combattevano a viso scoperto, senza timore per le proprie vite. Indossarlo sarebbe stato prudente ma la prudenza sarebbe stata non presenziare a quello scontro. Ci rifletté. Passò alle armi. Arco e frecce, secondo la ...
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