1. Tortura cinese - cap. 2: "gocce"


    Data: 03/12/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: quiora, Fonte: Annunci69

    Le quattordici ed un minuto.
    
    Sentii aprire e chiudersi il cancello del giardino accanto.
    
    Rumore di tacchi decisi sul marciapiede.
    
    Cinquanta passi e suonò il campanello.
    
    Non mi affrettai ad aprire; anzi, indugiai quel tanto che bastava per far notare che non ero ad attenderla dietro la porta.
    
    “Buongiorno, Professore.”
    
    Paola protese le labbra. Ricambiai il bacio freddamente, anche se la sua lingua calda si insinuava provocante.
    
    “Buongiorno. Sei in ritardo.”
    
    “No, Professore! Mi aveva detto le 14”.
    
    “Appunto. Due minuti di ritardo. Ti sei preparata?”
    
    “Non bene come avrei voluto, Professore. Il bagno era occupato…”
    
    “La prossima volta preparati per tempo. Rimedia. Vai in bagno ora.”
    
    Pensai a quanto fosse difficile mantenermi impassibile, recitare la parte del master. Faticoso, soprattutto, farlo a tempo pieno. Mi costava un grosso sacrificio. Resistere all’istinto di coprirla di baci e di carezze. Per una volta almeno, avrei voluto smettere di giocare al professore e allieva, bruciavo dalla voglia di abbandonarmi alla passione che sentivo per lei. Sempre più travolgente. Però, mi ripetevo, avrei potuto rompere l’incantesimo di quel meraviglioso gioco che si evolveva già da settimane.
    
    Da dietro la porta del bagno seguivo i suoi preparativi ascoltandone i rumori. Sentii che si sfilava i leggings di similpelle nera; una tortura che le infliggevo, uscire così in un caldissimo pomeriggio d’estate. Chissà cosa poteva pensare, chi l’avesse vista ...
    ... così conciata. Soprattutto, se le avesse rivolto uno sguardo sfacciato, si sarebbe accorto subito che era senza nulla sotto: la cucitura dei leggings le entrava profondamente tra le grandi labbra e le natiche, togliendo ogni dubbio. Ma non c’era nessuno in giro a quell’ora: i vicini, tutti vecchietti, in pennichella, come suo marito.
    
    Sentii scorrere l’acqua calda nel bidet, il sibilo dell’aria che usciva della peretta, poi silenzio. Immaginai l’acqua tiepida che entrava nel suo retto. Poi lo sciacquone. Si ripetè tre volte.
    
    Mi appoggiai sulla scrivania del Professore, mentre l’aspettavo. E finalmente arrivò. Nuda dalla cintola in giù, sopra indossava un giacchettino jeans stretto da cui trabordava il seno. Nulla di più eccitante e sfacciatamente erotico che vederla così semisvestita. Tra le mie preferenze in fatto di abbigliamento erotico non ci sono autoreggenti, reggicalze, perizomi che reggano il confronto. Mezza nudità (ma la più preziosa) offerta senza ritegno, impudicamente. E dall’alto di un tacco 12 che le slanciava il sedere all’indietro. Lei lo sapeva, che mi piaceva così sfacciata. Anche se non le avevo mai espresso a parole il mio totale apprezzamento.
    
    “Professore, sono molto dispiaciuta”.
    
    “Lo spero bene. Non hai svolto il compito che ti avevo assegnato”.
    
    “Non ci sono state le condizioni giuste.”
    
    “Non ti avevo chiesto molto, in fin dei conti!”
    
    “Ci ho provato tanto! Ma gli si smosciava in continuazione…poi ho visto che lei aveva chiuso la ...
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