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Sul treno
Data: 30/11/2021, Categorie: Etero Autore: PerseoBlu, Fonte: Annunci69
... sua caviglia con la mia. Il contatto con la sua pelle liscia mi eccita e deglutisco. Se ne accorge ovviamente, e inizia a strusciare il piede e il polpaccio nudo con movimenti più ampi ma sempre molto delicati, impercettibili agli altri viaggiatori. L'erezione mi raggiunge prorompente e spinge fastidiosamente contro i pantaloni stretti. Schermato dal tavolino non ho difficoltà ad infilare velocemente la mano nelle mutande per raddrizzarlo e passarlo sotto l'elastico in modo da farlo stare comodo. Il pensiero di masturbarmi mi attraversa per un istante ma è troppo rischioso. Di certo lei lo sa. Forse anche lei vorrebbe farlo. Continuo a fissare lo schermo del portatile ma davanti agli occhi mi passano solamentente immagini oscene in cui metto le mani sotto quel vestito a fiori. Immagino di toccare il suo culo candido, di cingerle da dietro i seni sodi con i capezzoli turgidi. La mia temperatura corporea si è impennata e sento che il sudore inizia a bagnare la camicia. Fortunatamente ho una buona dose di autocontrollo e siamo gli unici due viaggiatori a sapere cosa sta succedendo. Cerco di pensare a qualcosa. Prima alternativa, il bagno. Bagno del treno. Scartata, conosco bene le condizioni igieniche dei servizi sui treni. Ed escludo che una donna così elegante mi seguirebbe. Seconda opzione, ancora il bagno. Vado in bagno e mi masturbo. Sono tentato, non lo nego. Ma non voglio far finire così il gioco. Proprio mentre lo speaker annuncia che mancano dieci minuti all'arrivo ...
... ecco l'idea: chiudo il computer, mi piego per prendere la ventiquattrore e percepisco per la prima volta la sorpresa in lei. Scosta la gamba. Bingo. Chissà cosa si aspettava che facessi. In realtà qualcosa faccio. Con la borsa di pelle nera sulle mie cosce, lentamente sistemo il computer e prendo un biglietto da visita senza farmi vedere. Mi riabbasso per rimettere tra i piedi la valigetta e con un guizzo infilo il biglietto tra il sabot e il piede, sotto l'arco plantare pronunciato. Un piccolo fremito dell'estremità mi conferma l'effetto sorpresa. Il treno sta arrivando alla stazione. Soddisfatto di me stesso, con un po' di strafottenza mi calo gli occhiali da sole sugli occhi e mi metto più comodo possibile in poltrona. Preferisco aspettare ad alzarmi ed osservare il defluire della gente. A maggior ragione oggi, con la mia nuova amica che intravedo accavallare le gambe per togliere quel fastidioso cartoncino dalla scarpa. L'uomo al mio fianco si è destato dal torpore e si alza per affrettarsi all'uscita. Con una mossa che mi coglie impreparato, anche la tentatrice si alza di scatto e si avvia verso le porte. Altre persone sono già in piedi lungo il corridoio del vagone. Niente sguardi, niente cenni. Indugio qualche secondo che mi fa perdere posizioni preziose nella coda per l'uscita. Poi mi alzo. Sarà davanti a me di una dozzina di persone. Apprezzo a distanza il suo fisico snello con un vitino da vespa che risalta il fondoschiena fasciato dall'abito. Si volta e si ...