1. Settimana bianca: l’infrmiera della val gardena


    Data: 19/11/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Shoganai65, Fonte: Annunci69

    ... sparire nel concavo della sua mano. Che goduria!!! Non mi ricordavo neanche più della spalla e del ginocchio offesi. Mi gustavo quella sega con tutto il corpo e la mente.
    
    Il bello però doveva ancora venire. Prese il flaconcino dell’olio e me lo versò proprio in cima al glande. Ne lasciò colare parecchio lungo il cazzo, sulle palle e poi mise la mano a cucchiaio per raccogliere quello in più che colava. Ripetè il massaggio di prima ma questa volta era più voluttuoso. Usava entrambe le mani, a volte come se stesse pregando, altre volte tenendo la base con una e torcendo l’asta con la seconda. Ci sapeva maledettamente fare! Con la punta delle dita mi tamburellava lo scroto, i testicoli, provocandomi delle scosse brevi ma intense. Oramai avevo il cazzo enorme, gonfio e duro, lubrificato e scintillante per l’olio che lo copriva da cima a fondo.
    
    “Manca solo il tocco finale!” sussurrò Elizabeth socchiudendo la bocca e mostrandomi la punta della lingua.
    
    Non ci potevo credere. Non so se è un trattamento consigliato nei manuali di infermieristica ma, dopo averlo provato, io lo introdurrei come materia obbligatoria, come prassi necessaria nei casi di riabilitazione fisico/psichica.
    
    Si avventò sulla mia cappella oramai prossima ad esplodere e cominciò a mitragliarla con la punta della lingua e poi a leccarla appassionatamente. Io nel frattempo mi tenevo aggrappato, con l’unico arto superiore sano, al calorifero a ...
    ... parete del bagno. Avrei voluto accompagnare il suo pompino con la mano sulla nuca, tirandola per i capelli biondi, ma avevo paura di cadere dalla panca e di interrompere quel momento magico. Lo stava ciucciando egregiamente. Non sentivo più dolori, ero in estasi. Elizabeth in ginocchio si stava inghiottendo il mio uccello con risucchi sempre più profondi e caldi. Le mani tiravano verso il basso e la bocca lo assaporava in tutta la sua lunghezza e grossezza.
    
    Io oramai ero pronto ad esplodere. La avvisai ma non si ritrasse, anzi. Diede ancora due belle spinte decise e mi fece venire accogliendomi nella sua bocca. Sborrai, sborrai e continuai a sborrarle in gola fino a quando non ne ebbi più neppure una goccia. In tutto quel tempo non lo aveva lasciato nemmeno per un attimo.
    
    Una volta che ebbi terminato di sborrare si pulì il viso con un asciugamano, si rialzò e mi diede un bacio sulla guancia.
    
    “La prima parte del percorso riabilitativo mi sembra sia andata bene. Vedrà che nei prossimi giorni faremo ulteriori progressi e la sua convalescenza non sarà poi così lunga e triste come se l’era immaginata. Adesso che ne dice però se la riaccompagno a letto? Avrà bisogno di molte energie nei prossimi giorni…”
    
    Al momento non seppi se prendere quelle parole di Elizabeth come una promessa o una minaccia. Non mi restava che attendere fiducioso.
    
    P.S. Se vi è piaciuto lasciate un voto ed un commento o una critica ;-) 
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