1. Gioco di mano... un buon inizio


    Data: 03/06/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: RedTales, Fonte: Annunci69

    “Ho finito i soldi.”
    
    “Peccato. Potevamo fare ancora qualche partita a flipper.”
    
    “Si.”
    
    “Te ne danno altri?”
    
    “Fino a sabato no… ma dopo vado da Giovanni e sicuramente qualcosa prendo...”
    
    “Cioè?”
    
    “Sai, se faccio il bravo lui mi da dei soldi.”
    
    “Se fai il bravo? Cioè?”
    
    “Dai! Davvero non capisci?”
    
    “Ah!” fece Sebastiano non aggiungendo altro per non far capire che non aveva proprio capito… per poi proseguire con un: “ma quanto ti da?”
    
    “Dipende. Cinquemila, anche diecimila lire...”
    
    Il giorno seguente si ritrovarono nella sala giochi e Sebastiano, dopo un po’ di giocate provò a ritornare sull’argomento: “ma di quale Giovanni parlavi ieri?”
    
    “Quello dei vestiti.”
    
    “Cioè?”
    
    “Quello che ha quel negozio di vestiti in Corso Torino. Quello grande con tante vetrine.”
    
    “Ah! Sì, ho capito. E poi ci sei stato ieri?”
    
    “Eh certo! Diecimila, mi ha dato diecimila lire ieri.”
    
    “E ci vai spesso?”
    
    “Due, tre, a volte quattro volte a settimana. Tanto lui è sempre contento quando mi vede.”
    
    “Ma… ma per diecimila lire cosa…”
    
    “Per diecimila? Mi fa schizzare.”
    
    “E basta?”
    
    “E cosa vuoi… non è già tanto...”
    
    “Ma tu...”
    
    “No, fa lui. Fa tutto lui. Io lo lascio solo fare.”
    
    “Però! E ti da diecimila.”
    
    “Si, ma solo se schizzo, se tocca solo sono cinquemila...”
    
    “Mica male. I miei mi danno trentamila alla settimana...”
    
    “Come i miei, ma non mi bastano...”
    
    “Certo che averceli in più...”
    
    “Ti piacerebbe?”
    
    “Certo che sì.”
    
    “Se vuoi ...
    ... gli chiedo se gli interessa.”
    
    Federico ci pensò su qualche istante e poi disse di sì.
    
    “Ha detto che prima ti vuole vedere. Sai, non è che gli piacciono tutti.”
    
    “Si, va bene. Cosa devo fare?”
    
    “Vai stasera quando chiude in negozio. Entra quando hanno tirato giù tutte le saracinesche e resta solo quella della porta, non prima. Quando entri digli che sei Federico.”
    
    “Capito. E lui? Lui com’è?”
    
    “Vecchio, ne ha almeno cinquanta.”
    
    “Ah!”
    
    Alle 19:20 iniziò a camminare davanti al negozio. Era arrivato prima e tutte le vetrine erano ancora aperte. Per una buona ventina di minuti continuarono ad uscire persone fin quando un ragazzo iniziò a chiudere le saracinesche prima di allontanarsi. Era rimasta aperta solo quella della porta e, anche se molto insicuro e titubante, con un incedere incerto entrò.
    
    Era ancora sulla porta che gli si fece incontro un signore: “buonasera. Desidera?”
    
    “Buonasera… Sono Federico...”
    
    “Ah! Si, si, mi aveva detto che venivi. Entra, entra.”
    
    Lo fece accomodare e chiuse accuratamente la porta alle sue spalle.
    
    “E così tu sei Federico. Beh! Bene! Proprio bene. Si, si, proprio un bel ragazzo. Bel corpo, bei capelli. Si, si, mi piaci. E come ce l’hai?”
    
    “Cioè?”
    
    “Oh sciocchino! Dai che hai capito. Come hai il pisello?”
    
    Guardò in basso e borbottò un: “normale.”
    
    “Si, si, mi piaci proprio. Mi piace che fai il timidino. Vieni, andiamo di la che è più tranquillo.”
    
    Si avviò e lo guidò nel retro del negozio, un grande deposito ...
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