Michela - L'affare cinese (parte 2)
Data: 01/06/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Smithmarcus, Fonte: EroticiRacconti
... fottere nuovamente senza opporre alcuna resistenza. La giovane interprete era spietata e priva di ogni rispetto. Infatti mentre la fotteva, vedevo che le infilava le dita dentro il buchetto del culo, senza nessuna pieta, schiaffeggiandole e graffiandole i glutei con cattiveria. Michela ogni tanto si voltava, in lacrime, supplicandola di smettere, ma quella colpiva ancora più forte, mentre lady Zhang le riportava subito il viso sulla sua vagina costringendola a leccare, senza interruzioni. La boss cinese, lavorata perfettamente da mia moglie, venne in pochissimo tempo, ma Michela la seguì dopo pochi istanti, crollando a terra singhiozzante ed esausta, anche se indubbiamente appagata.
Lady Zhang non disse nulla, era soddisfatta. Aveva concluso l'affare a suo modo, usando la mia dolce metà come giocattolo sessuale, e facendola usare anche dalla sua assistente. Mi fece cenno di raccogliere Michela, prendere il contratto e levarci dalle scatole.
E io senza esitare, lo feci. Non volevo stare lì un minuto di più anche se devo ammettere che lo spettacolo era stato davvero molto ...
... eccitante.
Ci ritrovammo pochi istanti dopo nell'ascensore dell'hotel, io e Michela. Lei non aveva il coraggio di dire nulla. Aveva ottenuto ciò che doveva, ma a caro prezzo. E ora mi guardava con sguardo di rimprovero.
"Vuoi dirmi qualcosa?" le dissi in tono provocativo.
"Non hai mosso un dito per difendermi da quelle due." sibilò.
"Vuoi dirmi che ti è dispiaciuto? - le feci – Hai goduto come una troia due volte."
"C-come ti permetti di parlarmi così??" protestò indignata riempendosi di vergogna.
Le afferrai i capelli, voltandole il viso contro lo specchio dell'ascensore.
"Guardati in faccia, e dimmi che non sei una grande troia." le dissi.
Provò a balbettare qualcosa, ma ormai pareva che non avesse più nessuna difesa. Bloccai l'ascensore, le strappai i bottoni della camicia scoprendole una delle sue tettone. Le sollevai la gonna, non si era nemmeno rimessa le mutandine.
"Tu sei pazzo..." gemette.
Glielo sbattei dentro, costringendola a guardarsi allo specchio, e la fottei duramente facendola venire ancora una volta in pochissimi minuti.
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