Weekend di passione Pt.3
Data: 04/11/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Numeroprimo encore, Fonte: EroticiRacconti
Il sotterraneo iniziava con un corridoio di pochi metri con pareti e pavimento di cemento grezzo chiuso da un pesante portone di legno dall'aspetto antico, ma comandato da una serratura elettronica. Da lì il corridoio si diramava a semicerchio in due direzioni opposte, e prendemmo a sinistra. Il pavimento di legno attutiva il suono dei tacchi della signora, e la parete esterna era interrotta a intervalli regolari da sbarre metalliche, dietro cui si aprivano delle specie di celle, alcune delle quali impegnate da figure intraviste in penombra, probabilmente prigionieri in attesa. Dopo un altro portone simile al primo lo spazio si apriva per alcuni metri. Alle pareti di marmo erano appese foto di nudo con ragazze legate e scene di tortura, fortissime ma non volgari. Due ragazze con uno straccio avvolto intorno ai fianchi erano incatenate alle colonne che sostenevano una pesante tenda di velluto rosso, oltrepassata la quale mi trovai in una specie di teatro di forma circolare, la cui area centrale occupata da poltrone era delimitata da colonne, ad alcune delle quali erano già legate persone. La signora camminò nel corridoio centrale fin sotto il palco, accanto al quale si aprivano due porte identiche. Usammo quella di destra, e la signora mi fece cenno di inginocchiarmi accanto ad una donna bruna alla fine di una fila di una decina di prigionieri in attesa. Dietro una porta a vetri un prigioniero veniva lavato con una specie di idrante. Mi resi conto di dover fare la pipì, ma ...
... decisi di tenerla. Eravamo sorvegliati da quattro ragazze che indossavano leggings neri e stivali stiletto a mezza coscia e impugnavano fruste, e riconobbi quella che mi aveva frustato poco prima. Aveva un seno sostenuto a dispetto delle dimensioni, che però sembrava completamente naturale. Forse mi riconobbe, o forse fu irritata dal mio sguardo insistente perché mi si avvicinò chiedendomi se per caso volessi una rinfrescata ai segni che già portavo. Abbassai gli occhi con un cenno di diniego e lei si allontanò. A turno fummo portati dietro la porta a vetri, mentre altri prigionieri si aggiungevano a noi. L'acqua doveva essere refrigerata artificialmente, oppure arrivava da una falda sotterranea perché era davvero gelida, e sparata ad una pressione dolorosa da sostenere. Mi asciugarono la pelle, poi fui cosparsa da un olio lucido su tutto il corpo, ed i capelli mi furono legati in una coda alla sommità della testa, che venne irrigidita con una corda attorcigliata, come a formare una specie di manico.
- alla due - disse la signora a una delle ragazze in leggings e stivali, che mi allacciò collare, polsiere e cavigliere e mi tirò per il passaggio davanti al palco fino alla parte opposta. La platea iniziava a popolarsi, ed alcuni spettatori erano già intenti ad osservare i prigionieri legati alle colonne. La ragazza mi condusse a quella accanto al palco e mi appese i polsi all'anello in alto bloccandoli con un lucchetto e ripetendo l'operazione con i piedi. Gli spettatori ...