1. Factory slut cap. 1


    Data: 01/11/2021, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... le braccia legate dietro la schiena, ogni polso era agganciato all’altro braccio all’altezza del gomito ed entrambe le braccia erano fissate strette strette e ben in alto a delle cinghie che scendevano dalle spalle. Ciò la costringeva a stare diritta, pancia in dentro e petto in fuori. In vita indossava una larga, pesante e robusta striscia di cuoio che le copriva la pancia e parte della schiena, ma lasciava nuda in basso la vulva depilata e le natiche ed in alto si fermava molto sotto il seno. Il pesante sottopancia era l’anima di quel particolare abbigliamento, sia dietro che davanti c’erano innumerevoli borchie ed anelli, da esso partivano diverse strisce di cuoio più o meno larghe e più o meno robuste. Due, sottili, scendevano in basso e passavano ai lati della vulva, quindi ritornavano indietro passando sulle natiche, altre striscioline scendevano ancora in basso e si collegavano ai lunghi stivali che arrivavano fino alla sommità delle cosce. Gli stivali erano molto particolari, pelle molto leggera e morbida in alto, tanto morbida da aderire perfettamente alle cosce. Gli stivali diventavano sempre più pesanti sotto le ginocchia, verso i polpacci e le caviglie, poi terminavano con una foggia singolare che li faceva somigliare a degli zoccoli, il tacco mancava, ma il calcagno era spinto molto in alto. Valentina era alta, ma non particolarmente alta, solo centosettanta centimetri, ma su quei trampoli, con quei plateau arrivava tranquillamente ai centoottanta ...
    ... centimetri. La posizione era innaturale, l’altezza era notevole e Valentina pensava che si sarebbe rotta una gamba o quantomeno una caviglia, ma fino ad allora era riuscita a stare in piedi e compensare con piccoli movimenti rimanendo in equilibrio. Altre strisce partivano dal robusto sottopancia ed andavano in alto passandole sotto il seno e sostenendolo, quindi ritornavano giù dopo essere passate sulle spalle, a queste stringhe erano legate le braccia. Anche il seno era scoperto e due anellini d’acciaio le pinzavano i capezzoli, e particolare interessante, dai due anellini pendevano due campanelle miniaturizzate, che con l’ondeggiare del corpo si facevano sentire e la facevano sentire ridicola. Anche dalle grandi labbra della vulva pendevano due anellini. Il capo di Valentina era ornato di tutto quello che serviva allo scopo: cavezza, museruola, frontale ed infine un morso ricoperto di cuoio. Il morso serviva tra l’altro ad impedirle di parlare, ma per questo problema sarebbero state prese altre precauzioni. Un robusto collare le stringeva il collo costringendola a tenere la testa diritta. Non le erano stati risparmiati neanche gli ultimi ed avvilenti accessori: un pennacchio di piume rosso, la coda che pendeva dal retro del sottopancia di cuoio, i paraocchi. Valentina era in piedi. Due robuste fibbie di cuoio partivano dagli anelli del sottopancia ed erano legati alle pareti del furgone ed altre due al tetto. Non c’era pericolo che Valentina potesse cadere, ma rimanere ferma era ...
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