1. "visita a parigi_ah, putain!"


    Data: 25/10/2021, Categorie: Etero Autore: Raymond_Oire, Fonte: Annunci69

    ... assecondai.
    
    Iniziò a spingerselo tutto fino in gola; questa era la sua tecnica: dava lunghi affondi decisi, poi rallentava, tornava a far su e giù prendendolo solo in punta e poi di nuovo se lo spingeva in fondo e quasi soffocava! La mia erezione tra le sue labbra era enorme; colava! A tratti lo tirava fuori, se lo batteva piano sul mento, sguainando la lingua leccava l’asta, e ricominciava. Nella seconda parte mi guardava; occhi francesi color del miele. E non dimenticava le palle! Per quel quid in soprappiù le palpava e le strizzava. Io, che guardavo lei, che guardava me, movendo su e giù la testa, con le mie palle strette in mano, fummo visti da Samu, che tutto nudo e accaldato trotterellava in cucina. Ripassò con una boccia di vino.
    
    Tornò indietro da noi: «Un po’ di vino?» chiese. La sua amica liberò le mie palle e smise di succhiarmelo, voltandosi verso di lui, restando in ginocchio, me lo prese però con la mano. «Sì, grazie.» disse, come fosse la cosa più naturale del mondo.
    
    Samu voltò dall’alto la bottiglia e una cascata bordeaux le piovve dentro, schizzandola un po’ sulle labbra, un po’ sul petto, sul pavimento e in ogni dove.
    
    Tutta bagnata scoppiò a ridere. Ridemmo tutti. Poi si voltò, sorridendomi con i suoi denti tutti gengive, e chinandosi, riprese a prendermelo in bocca, affogandolo nei profumi del vino, succhiandolo forte.
    
    «Vino?» mi fece Samu. Protesi la mano. M’agganciai. Bevvi. Samu trotterellò di là, ovunque quel là fosse. La tipa di Arles ...
    ... continuava a succhiarlo per bene. Ormai c’ero quasi; tutto svaccato all’indietro la guardavo. Da quella posizione, sarebbe potuta essere una subrette della televisione. Tendendole le mani, le sistemai le ciocche dei capelli dietro alle orecchie. Lei succhiava con gusto. Gloo! Gloo! GLoo!
    
    E a occhi aperti mi guardava. Inziai ad accompagnare le sue succhiate con le mie mani. Sempre più forte. Sempre più in giù. Ancora. Ancora. Ancora. All’improvviso venni e lì la strinsi, con le mani sulla testa e venendole col busto incontro. Mi svuotai per bene nella sua bocca. Lei, impassibile, mi batté con la mano sulla mia. Insistette. Prese a battere forte. La liberai. Ahnnf! «Putain!» disse sputandosi la mia sborra nelle mani. Occhi stravolti. Sputò ancora. «Ah, putain!» mi sorrise. M’insultò in francese. E alzandosi rocambolescamente, corse verso il bagno, con le mani a vaschetta, movendo nei calzoni il suo culone.
    
    Mi venne da ridere. Un minuto e Samuele arrivò di corsa, tutto vestito: «Dobbiamo andare!» mi urlò.
    
    «Ma come?»
    
    «È tardissimo, Bett sta impazzendo, m’ha chiamato venticinque volte, stavolta mi pianta, me lo sento!»
    
    Mi venne ancora da ridere: «Merda» dissi. Samuele era proprio un cazzone. Come si può pensare di tradire la propria compagna? Una come Bett, che ebbi modo di conoscere, poi, credo sia per chiunque sano di mente impensabile.
    
    «Hai fatto no?» chiese lui.
    
    «Sì, ma…»
    
    «Allora dai, muoviti!»
    
    Non ebbi modo di salutare la tipa di Arles; non la rividi. ...