"visita a parigi_ah, putain!"
Data: 25/10/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Raymond_Oire, Fonte: Annunci69
... culi più grandi e cascanti che avessi mai visto. Ma, come ho detto, pure col muso da cavalla, faceva la sua porca figura da vicino. E scommetto che a molti di voi pure il suo culone sarebbe piaciuto! Fianchi stretti, petto inesistente, due prosciutti per cosce e un culone che era quasi impossibile da abbracciare. Che culone! Non ricordo di cosa mi parlava. Continuavo a perlustrarle la faccia, a scovarne dei graziosi difettucci, eccitandomi per un neo scuro alla base del collo, o per un brillio nell’iride più chiaro. «Ti va di farlo?» mi chiese a un certo punto. Fece tutto lei. Si avvicinò come per baciarmi, aspettando forse che mi muovessi, e io mi sarei anche mosso, ma quel culone rimbombante che si muoveva mi lasciò senza parole. E di colpo un movimento nei pantaloni mi fece capire che pure quel culone mi eccitava, nonostante fosse così grosso, grosso come un pentolone, ma che dico, due pentoloni di minestra di quelli della mensa scolastica. Quel culo era tutto: ragù e minestrone! «Ti va di farlo?» mi chiese lei, fatto il suo cinquanta per cento.
Come poteva un viso magro e anche bello appartenere a quel culone?
Senz’altro pensare corsi con la bocca il mio cinquanta e la baciai. Fu un bacio gustoso; al sapore di vino rosso e di tacchino. Ahah. Cristo! Ma è una storia porca o una storia di cucina? Eppure il mio palato fremeva. Le mie voglie salivano, come un appetito insaziabile, dilagavano, mi prendevano, mentre le nostre lingue attorcigliate si ubriacavano. ...
... «Baci proprio bene.» disse lei, discostandosi. Ahhh.
Con l’ego libidinoso ringraziai. «Adesso, ti faccio vedere io, in cosa sono brava.» e detto questo, si mise a scendere al pavimento, rivolta verso di me, colando come un brodo, mentre inarcando la schiena, mi mostrava il suo culone, twercando un poco; due panettoni che si muovono. Inginocchiandosi si appoggiò su quelle chiappone. Mi sbottonò la patta; abbassò i boxer; lo prese in mano. Lo studiò con la dovuta attenzione, segandolo piano, mentre con l’altra mano massaggiava le palle, delicatamente, come stesse impastando due bei bignè alla crema. Poi si fermò. Dall’alto si sfilò quella maglia-felpone, rimanendo in reggipetto rosa, a ghirigori. Ma come faceva una ragazza quasi magra ad avere quel culone? Non lo vedevo più; ma sapevo che c’era, e che era bello…bello grosso! Feci per chinarmi verso di lei, ma con una mano mi ributtò all’indietro, facendo di no con la testa, ridendo con il suo sorriso da cavalla pazza, tirandosi fuori le tette, stringendole tra le braccia, facendole ondeggiare; tettine da scuola superiore. Senza se e senza ma si avventò sul mio uccello. Lo prese subito in bocca e subito partì a succhiare. Le tempistiche mi lasciarono senza parole. Accasciandomi con la schiena all’ottomana, poggiai le mani sulla sua chioma; lei la scosse, grugnì, nitrì, e la scosse ancora. Poi mi guardò, col mio uccello in bocca, smise e se lo tirò fuori. Mi tolse la mani: «Lasciami fare.» bisbigliò, tornando a pompare. La ...