1. La fratellanza


    Data: 16/10/2021, Categorie: Etero Autore: iltiralatte, Fonte: Annunci69

    ... ma accettò di buon grado il mio aiuto, salvo accorgersi, una volta in piedi, che la caviglia era distorta e che non riusciva a camminare da sola-
    
    Fu quindi doppiamente grata del mio aiuto, visto che mi offrii di sostenerla fino a casa, cosa che non sarebbe altrimenti stata nelle sue possibilità.
    
    Normale, in una situazione del genere, chiacchierare per riempire il tempo necessario al ritorno e fu così che stringemmo amicizia.
    
    A dwatibazione la consegnai alla madre, una piacente signora quarantenne che mi squadrò con un’aria di forte sospetto, ma la cosa non mi impedii di scambiare con Alezis il numero di cellulare dopo che, essendo prossimo il mezzogiorno, salutai le due donne e me ne andai.
    
    Avevo dedicato sino ad allora la vita allo studio: farmi una posizione era per me l’obiettivo più importante, cosa che aveva influito negativamente sui miei rapporti con l’altro sesso:a vent’anni passati non solo non avevo una ragazza. ma neppure ero riuscito a trovarne una con cui simpatizzare: ero fisiologicamente timido, di una timidezza castrante
    
    Ero ornai rassegnato a passare da solo il resto della mia vita, questo pensavo mentre rientravo a casa … ma quella ragazza aveva aperto una piccola breccia. Mi ero trovato bene mentre chiacchieravamo e, nella mia fantasia, immaginavo (senza speranza, già lo sapevo) che avrei potuto rivederla quando fosse guarita.
    
    Fu quindi in questo stato d’animo che, ricordandomi dello scambio di cellulari, telefonai, almeno per ...
    ... accertarmi della sua salute.
    
    Dopo qualche squillo mi rispose la voce di una donna matura.
    
    “Pronto!”
    
    “Sono Damian, il ragazzo che ieri ha riportato a casa sua figlia: come sta?
    
    “Bene grazie (tono asciutto), era solo una leggera distorsione e già si è rimessa in piedi!
    
    “Posso parlarle? (senza speranza)”
    
    “Certamente no: anzi è meglio se ….”
    
    “Mamma, chi è al mio telefonino?”
    
    Sentii queste parole che interrompevano la nostra conversazione poi, con voce molto attutita (evidentemente aveva appoggiato una mano sul microfono
    
    “Nessuno Alezis, solo quel ragazzo che ti ha accompagnata a casa ieri”
    
    “…. e perché non me lo passi?”
    
    Sentivo più chiaramente ora, anche se ancora con voci lontane
    
    “Sai che non puoi Alezis ….”
    
    “Ciao Damian (forte, chiaro e squillante), che bello sentirti!”
    
    “Ciao Alezis, come stai?”
    
    “Bene, bene grazie. Un po’ di riposo e praticamente è passato tutto ma. mi viene in mente di essere in debito con te: ti devo almeno una passeggiata tranquilla. Vogliamo farla?”
    
    A quelle parole non credevo alle mie orecchie: col cuore in subbuglio seppi solo biascicare un:”Si, si certo”
    
    “Bene . allora quando passi a prendermi?”
    
    Attutito in lontananza “Tranquilla mamma, è un bravo ragazzo, sono certa che non ci creerà problemi”
    
    Guardai l’ora: era il momento della mia passeggiata quotidiana
    
    “Io sto uscendo ora: se sei d’accordo passo a prenderti e facciamo il giro assieme”
    
    “Certo che si, sono stata bene ieri con te. La tua voce ha ...
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