-
Monica - parte seconda - da sogno a realtà
Data: 06/10/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Malandrina, Fonte: Annunci69
... e la sollevò verso di sé. “Quindi pochi strilli, solo numeri e grazie Padrona ogni volta” Monica girò la testa verso la Padrona e poi verso l’altro schiavo che sedeva molle appoggiato alla spalliera del letto e divertito la scrutava con occhi sudici di perversione attraverso il cappuccio. Le chiappe della ragazza erano già rosse come il fuoco e mostravano i segni delle quattro manate che la Donna le aveva già tirato senza clemenza. Al quinto schiocco che fece tremare le chiappe della ragazza Monica soffocò l’urlo dentro di sé emettendo un sibilo. “Più veloce a contare!” tuonò la donna ormai inebriata anche lei da quella situazione, tirando altri due schiaffoni al centro di ciascuna chiappa della sua vittima, che sempre trattenendo le sue orla nelle contorsioni del suo corpo riuscì a sibilare un sette e un otto che fecero scoppiare a ridere sia la donna che l’orribile orco nell’angolo della stanza. “Puttanella che non sei altro! Devi essere proprio stupida per non aver capito che il conteggio va ricominciato ogni volta che sbagli.” E giù un altro sculaccione. “Ora prima della punizione facciamo un po’ di addestramento” Gli sculaccioni si fecero violenti e anche se le chiappe di Monica erano rosse e dolenti per la punizione subita, gli schiaffi da addestramento, meno forti e più secchi, le procuravano quasi piacere al confronto. “Ripeti” fece la donna con fare sornione e quasi materno: “Sono una stupida puttanella”. Monica ripeté l’umiliante ammissione al ritmo degli ...
... schiaffi sul suo culetto che la facevano scattare come una puledrina su un prato mentre le chiappe sferzate in quel modo le tremavano come sodi budini rossi come il lampone. Lo fece così a lungo da perdere il conto e finire per ripeterlo ancora durante la successiva punizione, quando gli schiaffoni duri e impietosi ricominciarono a colpirla. Monica prendeva i colpi sul suo culo ormai striato rosso scuro e li contava sempre più prontamente, imparando a sospirare per la sofferenza mentre pronunciava il numero e con sempre maggiore convinzione proseguiva poi con quel grazie Padrona. La donna si divertì a ricominciare altre parecchie volte inventandosi le scuse più insulse, come insegnarle a pronunciare la P di Padrona in maiuscolo, o insegnandole al millimetro la posizione da cagna. L’interminabile punizione fu interrotta altrettante volte dalle sessioni di addestramento in cui Monica pronunciava quel mantra umiliante, che ormai sussurrava tra se e se anche durante le sessioni di punizione, come se fosse una preghiera con cui affidarsi al suo santo in paradiso, sentendo la sua fica sussultare sempre di più sotto quegli schiaffi sempre decisi e duri ma meno violenti e la sua mente sciogliersi e colarle lentamente nello stomaco. “50! Grazie Padrona!” Disse Monica al termine di una lunga tortura al termine del quale era ormai già più avvezza a quel dolore e, sotto l’epidermide, qualcosa stava serpeggiando per farlo diventare irrinunciabile piacere. “Bene, sei stata brava” Disse la ...