Beyond the Withe: Baratri
Data: 03/10/2021,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Lesbo
Incesti
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... cellulare. Prese tutto. S’infilò il bottino nelle tasche del vestito. Passò alle scarpe. Fece pressione sui tacchi, rimuovendoli. Ora calzava due scarpe perfette per quasi qualunque terreno. Quelle calzature erano state una precauzione più che un vezzo. Tutte cose che tornavano utili. La giovane uscì dalla cella. Si trovò un corridoio. C’erano altre celle. Vuote. A giudicare dalle porte, un tempo quello era stato un magazzino. Muoversi, sempre: prese a correre cercando di fare meno rumore possibile. Non aveva la più pallida idea di come cazzo uscire da quel posto, e sapeva che probabilmente i suoi carcerieri e Christine Buenariva non sarebbero stati così benevolenti. Inoltre doveva calcolare anche il biondo stordito che forse si era già ripreso. Insomma, un sacco di roba da mettere in conto.
Ma sul momento nulla di tutto ciò le importava: Lucia Laffort aveva un solo pensiero in mente. Ed era fuggire, continuare a muoversi. Svoltò un angolo. Vide altre porte, un paio con le insegne dei gabinetti, e poi altre porte una alla sua destra, distante e una alla sinistra.
Shaibat terminò di lavarsi le mani. Si guardò allo specchio. La durezza della vita che aveva scelto non aveva influito sulla sua bellezza. Quando aveva cominciato, l’idea di rubare informazioni e fondi era stata allettante, ma presto si era accorta che il Cyberspazio poteva portare guai tanto quanto il mondo reale, anzi, in misura anche maggiore. Aveva iniziato presto, quasi per scherzo, poi si era decisa a ...
... fare l’hacker di professione. E ora si trovava ricercata da più organizzazioni criminali che aspettavano solo di farle la pelle. E ora, schierarsi con quell’eterogeneo gruppo di assassini idealisti, le avrebbe solo procurato altri nemici. La giovane sospirò. Tempo di tornare al lavoro. Si asciugò le mani e aprì la porta. Si trovò davanti il corridoio. Poi, improvvisamente, fu assalita da una furia.
Lucia Laffort non aveva mai sprecato occasioni. Quella non era diversa: quando aveva visto la giovane dai tratti orientali uscire dal bagno aveva capito che avrebbe avuto solo poco tempo. L’aveva rapidamente colpita con due ceffoni, stordendola. Poi l’aveva afferrata per il collo, stringendola in una morsa. Aveva agito rapidamente, senza pensare. -Dov’è l’uscita? Parla!-, esclamò la nera. L’altra sciorinò una risposta. Ponderando le alternative, Lucia decise. Sbatté la testa della giovane contro lo stipite. Due volte. L’orientale cadde a terra esanime. Lucia le sfilò una minuscola pistola da difesa personale. Corse verso l’uscita. Sentì la voce di un uomo. Il biondo di prima? -Ferma!-, urlò la voce. Lei non pensò. Puntò e sparò. Non sentì urla in risposta. Mancato? Forse. Non poteva fermarsi a combattere, doveva correre, fuggire. Arrivò a una porta. La aprì. Sbucò in un parcheggio. C’erano diversi veicoli. Chiavi… dovevano essercene. Doveva trovarle! O arrivare fuori da lì. Ma dov’era il “lì”? La verità era che poteva benissimo trovarsi in una base abbandonata nel deserto o ...