Un patto in comune
Data: 19/09/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... Amalia era una donna di quarantasette anni estremamente affascinante, perché l’idea di stare ai suoi piedi ed appartenerle come se fossi il suo schiavo mi seduceva scompaginandomi sia le membra quanto l’intelletto. Sebbene avrei preferito che una simile relazione si esplicasse in maniera diversa, non potevo fare a meno di trovare in parte eccitante e stimolante eseguire i suoi ordini, in special modo quelli che apparivano più futili, trovandola ammaliante e irresistibile quando lei l’impartiva. Lo faceva con un tono assolutistico e dispotico, definirei autoritario che non ammetteva repliche, come per sottolineare il fatto che era mio dovere obbedirle facendo tutto ciò che mi chiedeva, che io non ero lì per farle un favore, ma che al contrario era lei che faceva un favore a me servendosi e usandomi come servo. A quel tono io rispondevo con il mio atteggiamento dimesso e remissivo, provando un servile e perverso piacere nella mia docile sottomissione, trattenendo a stento parole come ‘sì mia padrona’ e desiderando che la devozione che traspariva dal mio comportamento potesse spingerla ad andare sempre più oltre, fino a farla giungere a volermi in ginocchio e totalmente padroneggiato al dominio dei suoi piedi.
Io sapevo benissimo che ciò non sarebbe mai successo e che la signora Amalia non avrebbe mai pensato a nulla del genere, questo però non m’impediva certo di sognare e i miei frequenti abbagli erano il motore del mio passivo accettare benevolmente la condizione nella ...
... quale mi trovavo, tuttavia né la signora Amalia né le difficoltà in cui mi ero imbattuto erano sufficienti per giustificare la mia resa incondizionata, perché dell’altro mi tratteneva lì rendendo lievi e dolci le catene di quella sorta di prigionia quasi volontaria e deliberatamente calcolata. Chi, pur non sapendolo, deteneva le chiavi della mia cella era Martina, era proprio lei infatti, che con il suo indiscusso prorompente fascino di ragazza diciannovenne e il suo atteggiamento prepotente a tratti un po’ volgare propinava vita ai miei sogni più oscuri di sottomissione. Delle volte quasi mi terrorizzava l’effetto che poteva sortire su di me il suo egocentrismo infantile e il suo individualismo sprezzante assieme a quella sua forma di guardarmi dall’alto verso il basso, come se fossi per lei un essere inferiore che a null’altro poteva ambire se non a farle da servo. Io dovevo compiere enormi sforzi per far sì che le mie rimanessero semplici e ovvie fantasie e non realtà demoralizzanti, pericolose e umilianti. Per questo tendevo a trattarla con lucida e sensata freddezza reggendo il nostro rapporto sul piano d’un cortese e continuo battibecco, prendendola spesso in giro per il suo comportamento e per il suo ripetitivo contegno da bambina. In verità questa era una lotta impari, un duello sbilanciato, perché Martina aveva il coltello dalla parte del manico e non esitava a punirmi perseguendomi, facendomi balzare per ogni suo capriccio, in tal modo i miei tentativi di tenerla a ...