La prima volta che….. - Racconti Erotici

La prima volta che…..

... attento, ma non le manifestava mai apertamente i suoi sentimenti. Quando veniva accusato di ciò, Robert si chiudeva in un muro insondabile di silenzio, serrava le mascelle contraendo il viso in un espressione algida. Questo spaventava ogni volta Charlotte, che subito tornava a essere dolce e supplichevole e faceva di tutto affinché Robert sciogliesse la tensione e l’abbracciasse. Così accadde anche quella volta, quindi Charlotte si rabbonì e provò ad affrontare la questione con più diplomazia.

“Ma tu ci vorresti andare ? perchè…?”

“Per curiosità … Hai sentito, no, quello che diceva Kate. Non dobbiamo fare niente che non ci vada. Si va per ballare in un locale esclusivo ed elegante. Non siamo nemmeno obbligati a salire al primo piano. Ma nel caso, potremmo anche solo dare un’occhiata: a me sembra una cosa divertente !”

Detta così, non sembrava una proposta malvagia. Charlotte era già più disponibile a pensarci su.

“E lì, sai, la gente guarda … E tutti potranno vedere che bella e sexy che sei, tutti potranno vedere che favola che è questa donna … E questa donna è tutta mia … Vero, piccola?”

I rari complimenti di Robert avevano sempre il potere di far vibrare l’affamata Charlotte e di piegarla al suo volere.

A Robert piaceva che gli altri guardassero la sua donna. Lo faceva sentire più potente. A volte le suggeriva di andare in giro un po’ più scollata, magari senza biancheria. Le diceva di andare a sedersi da sola nella piazzetta di un bar affollato, a ...

... sorseggiare una bibita e a leggere un libro accavallando e scavallando le gambe, preferibilmente all’ora di punta, durante l’orario della pausa pranzo. Si metteva poco distante e si godeva lo spettacolo della sua fidanzata divorata con gli occhi da decine di uomini. Sorridendo tra sé, pensava: “Brava amore. Fallo rizzare a tutti. Che poi a scoparti da parte mia e loro ci penserò io … “

Era così sicuro dell’amore e della fedeltà anche mentale di lei da non nutrire alcun timore. Lei aveva imparato a non negarsi agli sguardi e a lasciarsi guardare con aria compiacente. Dopo alcuni minuti, lui la raggiungeva al tavolo: Charlotte gli riservava un’accoglienza calorosa, lo baciava appassionatamente, con la lingua bene in vista, e poi, dopo che lui si era seduto, gli accarezzava le gambe e gli faceva piedino sotto il tavolo, sfilandosi l’ elegante scarpetta, mentre lui ostentava un’aria quasi impassibile e sentiva gli altri rodere d’invidia nei suoi confronti.

Se li immaginava poi, tutti gli altri, a masturbarsi, pensando a lei mentre lui e solo lui si sarebbe saziato del corpo della sua donna. La stessa cosa facevano a volte nei negozi, stuzzicando i commessi; lei si faceva aiutare a misurare le scarpe, ad allacciarsi i vestiti; sorrideva laida e maliziosa, mentre l’uomo di turno precipitava nella confusione e nel turbamento. Per Charlotte quello era un buon esercizio di autostima: dotata di una bellezza non convenzionale e quindi non apprezzata da tutti, non si era mai piaciuta ...