Scompiglio estremo
Data: 16/09/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... e sarebbero in fin dei conti rimaste unicamente delle impudiche, libidinose e controllate immaginazioni. Dopo quello spettacolo, io stavo squarciandomi al bramoso pregiudizio del giovanotto di fronte, ma la mia consorte volle rivestirsi per andare a cena rimandando la dissoluta e lasciva faccenda in epoca successiva. Con svogliatezza e con mancanza d’interesse mi rivestii toccandola ogni tanto, rimanendo peraltro assai accalorato, tanto da dover lasciare la camicia fuori dai pantaloni per occultare il distinto rigonfiamento che avevo manifestato. Durante la cena non discorremmo d’altro, amplificando l’eccitazione quasi resa dolorosa dal desiderio, stuzzicandoci in modo reciproco, come due invaghiti e affamati che non vedono l’ora d’assaporare il corpo del proprio compagno. Stabilimmo di consumare un gelato, intanto che lei mi rammentava che se il giovanotto fosse stato ancora alla finestra, la mia consorte si sarebbe esibita ben volentieri in uno spogliarello unicamente per lui, facendogli perdere la bussola aizzandolo ulteriormente. La questione in effetti, faceva sobillare pure me suggestionandomi non poco, in tal modo per accrescere anche l’eccitabilità del ragazzo, che dopo avrebbe dovuto accontentarsi di masturbarsi, pensando inesorabilmente al suo corpo e al nostro focoso amplesso. Ambedue consumammo di fretta il gelato e durante il tempo in cui pagavo la mia consorte uscì dal locale. Appena uscii fui colpito dall’inatteso spettacolo della mia consorte, che frattanto ...
... dialogava con il giovanotto intravisto alla finestra. Una cosa è rimuginare a cose allettanti e scatenanti, specularle e considerarle, un’altra ancora è trovarsi bruscamente di fronte alla nuda, schietta e pratica realtà. Quel giovanotto, effettivamente, accorgimento ed espediente della mia immaginazione, era placidamente uscito dalle regole ed era vivacemente apparso nella realtà, poiché stava evidentemente cercando un’inedita quanto lussuriosa connivenza con la mia consorte. Io ero indiscutibilmente geloso, mi sentivo risentito, malgrado ciò, sciaguratamente d’un assillo e di un’insicurezza che espandeva ancor di più la mia fremente quanto reattiva emotività. Non so esattamente se lui ci avesse seguito oppure se si trovasse lì per una coincidenza fortuita, ma sta di fatto, come seppi in seguito, che vedendola da sola lui si era avvicinato e l’aveva salutata insolitamente con una naturale disinvoltura. Lei riconoscendolo all’istante, dopo un attimo di disorientamento e approssimativamente di disagio, cosciente peraltro del fatto che eravamo da soli e che nessuno là ci conosceva, aveva bonariamente risposto al saluto del ragazzo e finanche del suo amico. Io m’avvicinai al gruppetto e la mia consorte mi presentò all’istante i due giovanotti ribadendo che li aveva conosciuti da poco. I due ragazzi ci enunciarono che erano forestieri che vendevano frutta e verdura durante il periodo estivo facendo la spola con il furgone sovraccarico spostandosi da una località all’altra. Il loro ...