Alta marea
Data: 27/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: francoforte, Fonte: RaccontiMilu
... ci somiglia / è una sala d’aspetto affollata e di provincia / c’è un bambino di fianco all’entrata che mi guarda e mi chiede perché / perché passiamo le notti aspettando una sveglia / ci prendiamo una cotta per la prima disonesta / complichiamo i rapporti come grandi cruciverba / e tu mi chiedi “perché?”
VOCE: Dopo gli ultimi due anni trascorsi a rimbalzare da un uomo all’altro, sperimentando le profondità di un abisso del quale non aveva ancora trovato il fondo, si era resa conto che il suo matrimonio era al capolinea. Voleva vedere il suo amico, il suo complice, col quale aveva condiviso molte delle confidenze più perverse, perché da lui non si sentiva mai giudicata, perché Tito era un po’ come lei, un oscuro intrigo di sozzura, che lui stesso andava indagando da anni ma che ancora non era giunto a capire.
LUI: Mi sono trasferito da circa un anno in questa casa, da quando la separazione è diventata effettiva, mia moglie Sonia è rimasta a Roma, nell’ appartamento del quartiere Trieste, mentre io ho scelto di ritirarmi qui, il lavoro di architetto mi permette di muovermi con più facilità, senza sottostare a orari precisi, da qui posso comunque lavorare e se occorre, partire per la città molto presto, la Pontina è una strada avvelenata ma in attesa che un governo si decida a trovare soluzioni alternative, cerco di percorrerla in orari dimessi. In questo contesto di tranquillità emotiva, Josefina è come un caffè a metà mattinata, un piacevole diversivo piovuto da un ...
... recente passato.
VOCE: Era la disegnatrice d’interni con cui aveva bisogno di confrontarsi per un lavoro che stava portando avanti con fatica. Dopo alcune settimane di contatti telefonici e di chat, aveva deciso di raggiungerla a Firenze, per conoscersi di persona. Presero un caffè in stazione e dopo una lunga passeggiata in centro, salirono su un taxi in direzione delle colline, dove in un bel ristorante, appartato e discreto, avevano consumato dell’ottima carne alla brace e bevuto due bottiglie di Barbera, parlando di lavoro e non solo. La notte sembrava segnata dal loro incontro carnale, un desiderio nato spontaneamente e accresciutosi durante la giornata, così quando alla fine della cena, gli fece scivolare le sue brasiliane di pizzo nero direttamente nella mano, non potè fare a meno di godersi il suo odore e tornare in città.
LEI: In una stanza d’albergo, illuminata solo da due abat-jour mi spogliai per lui. Nonostante avessimo bevuto parecchio, mantenevo un barlume di lucidità, era tutto il giorno che sentivo il suo desiderio esplorarmi, conoscevo le conseguenze del mio sguardo. Lui si sedette sul bordo del letto, lanciai via le scarpe e poi in maniera sinuosa cominciai a danzare per lui, slacciandomi la cinta a catena che indossavo sopra il vestito nero a tubino, feci scivolare tutto a terra, mi misi a quattro zampe e guardandolo negli occhi leccai il pavimento come se fosse la superficie più lercia del mondo. É così che mi sentivo: lercia e puttana, avvertivo il ...