La vicina in cantina
Data: 09/09/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Dylan Chinaski, Fonte: EroticiRacconti
... e sapevo come sbloccarla, ma la situazione mi fece prendere tempo, l'abbracciai consolandola e spiegandogli che tutto si sarebbe risolto a breve, facevo finta di cercare di sbloccare la porta, lei era ormai in ginocchio e abbracciava le mie gambe, il mio cazzo si induriva sempre di più, continuava a chiedere di sbloccare l'ascensore con ormai la faccia verso il cazzo duro, avevo vergogna, non sapevo se questa situazione gli piacesse oppure no, all'improvviso capii che si accorse della mia erezione, non disse più niente e mi guardò con il suo solito sguardo ammiccante/arrapante, feci un movimento verso la porta e la sbloccai, lei estasiata strinse le sue braccia alla mie gambe, il suo viso era a livello del mio pacco duro, ci poggiò la guancia continuando a guardarmi dal basso. Usciti dall'ascensore mi ringraziò baciandomi sulla guancia e ognuno raggiunse il proprio appartamento.
Pensai molto a quello che era accaduto, il contatto con lei, il fatto che mi aveva toccato il cazzo anche se involontariamente (forse), l'abbraccio, il bacio, forse non era poi così tanto santarellina, mi faceva impazzire, il mio unico desiderio era chiavarmela fortemente.
Qualche sera dopo decisi di andare in cantina a sistemare delle cose dopo cena, avevo una t-shirt e un pantaloncino corto di quelli sportivi che arrivava sopra al ginocchio, aprii la porta del corridoio delle cantine e in fondo vidi una luce accesa e una sagoma, era lei la vicina, fuori la sua cantina appoggiata al muro, ...
... fumava guardando il cellulare, accesi la luce lei si girò di colpo e mi sorrise salutandomi, mi avvicinai (la mia cantina era affianco alla sua), scambiammo quattro chiacchiere, mi disse che aveva la lavatrice li e stava aspettando che finisse, ci facemmo due risate su quello che accadde qualche sera prima in ascensore e mi recai nella mia cantina.
Ero in tilt, lei era li con il famoso pantaloncino arancione che risaltava il suo magnifico culo, una canottierina nera di una famosa marca sportiva, capelli legati alti con una coda, abbronzatissima, cosce stratosferiche, mentre il cazzo ovviamente si induriva mi venivano dei pensieri malati, pensavo di raggiungerla e abbassarmi i pantaloncini, ma non potevo, ero arrapatissimo e iniziai a toccarmi, il mio cazzo era durissimo sembrava di marmo, lo iniziai a maneggiare e all'improvviso si aprì la porta che avevo solo socchiuso, era lei, aveva uno sguardo arrapante, il solito sorriso ammiccante, non sapevo se mi avesse visto maneggiare il cazzo, feci finta di mettere a posto alcune cose mentre lei mi chiese se potevo aiutarla a sistemare delle scatole sull'ultimo scaffale in alto dato che non ci arrivava, la raggiunsi subito con il pacco in vista, ero imbarazzato speravo si ammosciasse, non volevo fare brutte figure, non sapevo ancora bene se fosse una santarellina o una sgualdrina. Mi disse di salire sulla sedia e di spostare alcune scatole, nel frattempo mi manteneva con le mani le cosce per non farmi perdere l'equilibrio, il mio ...